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salute Archivi - Saluzzo Migrante

Comuntà è casa con il progetto Ubuntu

By News

A partire dal mese di giugno del 2021 (fino a novembre del 2022)  la Caritas di Saluzzo ha dato il via alle azioni operative del progetto “Ubuntu” promosso dal Comune di Saluzzo e dal Consorzio Monviso Solidale di cui siamo partner.

L’iniziativa, sostenuta dal bando “Territori Inclusivi” della Fondazione Compagnia di Sanpaolo con la Fondazione CRCuneo e la Fondazione De Mari, prevede una serie di attività volte a creare una rete di protezione sociale e di inserimento abitativo per persone con background migratorio del territorio saluzzese. In parallelo vengono portate avanti azioni di cambiamento narrativo (attraverso una ricerca condotta con il Dipartimento di linguistica dell’Università di Torino) e di mappatura dei termini divisivi sulla migrazione e i migranti per incidere positivamente dal punto di vista culturale e favorire un mutamento dell’approccio verso questo tema.

La Caritas di Saluzzo, attraverso la sua area immigrazione, sta portando avanti in particolare un supporto alla creazione di una rete di accoglienza abitativa di secondo livello cioè una rete di volontari e operatori che aiuti le persone con background migratorio che intendono stabilirsi nel territorio.

Gli operatori nostra Caritas, partner di Ubuntu, stanno accompagnando attivamente chi cerca alloggio, individuando soluzioni di “mediazione immobiliare” che possano facilitare l’incontro tra locatari e locatori. Ad oggi sono 24 le persone (di cui 5 nuclei familiari) che grazie ad Ubuntu hanno beneficiato di un sussidio per sostenere l’ingresso stabile in un appartamento. La Caritas, grazie ad Ubuntu, ha infatti creato un fondo di garanzia attraverso il quale eroga contributi per caparre, primi mesi di affitto, utenze.

Nell’accompagnamento all’abitare delle persone con background migratorio c’è anche una parte dedicata all’educazione domestica per facilitare l’ingresso e la relazione con gli affittuari. Attraverso una serie di materiali e l’accompagnamento degli operatori Caritas, attraverso il progetto Ubuntu cerchiamo di offre ai nuovi inquilini un supporto su come gestire tanti aspetti quotidiani (dalla raccolta differenziata alle scadenze delle utenze), per sostenere la loro l’autonomia abitativa.

Il racconto dei medici volontari

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L’attività dell’Ambulatorio Medico per i lavoratori stagionali non sarebbe possibile senza il contributo in termini di tempo e competenze dei volontari, nel 2021 una quindicina tra medici e infermieri, che prestano gratuitamente la loro opera. L’Ambulatorio oggi è coordinato dalla dottoressa Tiziana Bertero, medico torinese con un’esperienza trentennale al Mauriziano in ematologia e immunologia, con la collaborazione del  dottor Paolo Allemano, medico ospedaliero in pensione,  ex consigliere regionale ed ex sindaco di Rifreddo e Saluzzo, dal 2020 volontaria in Caritas. La parte infermieristica, comprensiva del delicato aspetto della manutenzione dell’ambulatorio e del prontuario farmaceutico,  è coordinata dall’ex infermiera saluzzese Rinalda Lingua.

Leggi qui i dati sull’attività nel 2021

«Qui c’è uno scollamento rispetto al nostro modo di fare il medico – mette in evidenza il dottor Allemano –. Nel nostro lavoro sulla popolazione residente insistiamo molto sulla prevenzione; con i migranti, molti dei quali non hanno casa o servizi igienici, prevale l’aspetto della cura e dell’ascolto. La consegna di un farmaco, anche banale, acquista un particolare significato. Si fidano molto di noi e sono molto propensi a portare tutti i loro problemi, anche aspetti non direttamente legati al lavoro. Sui vaccini, ad esempio, abbiamo incontrato in loro meno resistenze che nella popolazione locale. Si fidano molto del ruolo dei medici e della medicina».

Una fiducia che si crea soprattutto grazie al dialogo, alla discrezione e alla professionalità dei volontari dell’Ambulatorio che, secondo i curanti Bertero e Allemano, qui possono fare «un’esperienza umanamente molto ricca. I pazienti che visitiamo sono persone aperte, che si fidano, arrivano con le infradito e con giacche improbabili e se ne vanno col sorriso perché li hai ascoltati e curati».

 «Vorremmo trovare forze nuove – dicono di due volontari – e spiegare ai medici giovani che oggi parlare di salute dei migranti è anche un’opportunità per capire, ad esempio, i condizionamenti culturali e superare i pregiudizi. Per queste persone, ad esempio, la visione del corpo è unitaria, mentre il nostro approccio compartimentale spesso è limitativo. Rimane poi sempre l’imbarazzo di congedare qualcuno con malattia delle vie aeree da raffreddamento che dorme su un viale: questo è un vulnus intollerabile, anche se negli anni si è ridotto grazie a strutture come Casa Madre Teresa, un importante filtro per i casi più vulnerabili. La porta sfondata dell’accoglienza in cascina ha per fortuna ridotto questi casi, eppure, alla domanda su dove dormono, la risposta “fuori” fa calare su di noi una grande angoscia … forse più su di noi visto che per loro ormai fa parte di un modus vivendi».

«Il nostro impegno è quello di capire anche cosa c’è dietro il sintomo – continua Tiziana Bertero – , riuscire ad essere accoglienti, dare attenzione alla persona. A volte far capire ai pazienti che hanno una patologia grave è umanamente difficile. Una cosa che mi angoscia molto è vedere passare tutte queste persone giovani, che al momento sembra non possano arrivare ad un’integrazione e continuano a reiterare un percorso di spostamento da una regione all’altra, con rassegnazione … Lo trovo molto triste e preoccupante: non diventano stanziali, non imparano l’italiano, non trovano un altro lavoro …».

 Per entrambi i volontari è infine importante sciogliere eventuali pregiudizi e stereotipi nei confronti di questi lavoratori migranti: «Deve essere chiaro e noto che non ci sono patologie che arrivano con loro, non sono portatori di malattie tropicali e né del viaggiatore, sono in Italia da anni. Al di là di pochi casi gravi e ad alta complessità – evidenzia il dottor Allemano -, le altre patologie che presentano sono problemi di tutti giorni, acuìti dalla povertà e dal disagio costante in cui vivono, che le rendono purtroppo più frequenti. Se arrivano qui e da 10 anni non vedono un igienista dentale, è logico che una carie diventa ascesso e stanno male”.

Ambulatorio: l’attività nel 2021

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Nel 2021 l’Ambulatorio, grazie ad una quindicina di volontari, ha portato avanti un’importante azione di prevenzione e sensibilizzazione sul Covid, oltre a quella “di routine” fatta di visite e prescrizioni di esami o accertamenti specialistici, dando ricette per farmaci che i braccianti possono acquistare in farmacia quando non vengono erogati direttamente dall’Ambulatorio grazie ai fondi della Caritas derivanti dall’8×1000 o dalle donazioni del Banco Farmaceutico.

Leggi qui la testimonianza dei medici volontari

Durante lo scorso anno l’ambulatorio Medico Stagionali è stato aperto per 51 giornate e nei mesi più intensi della raccolta, da luglio a settembre, ha garantito assistenza sanitaria per due volte alla settimana, dalle ore 18 in avanti per adattarsi agli orari di chi lavorano nei frutteti. 227 sono state le persone visitate dal presidio sanitario (migranti, per lo più uomini, di origine sub-sahariana, provenienti da 29 Stati diversi della costa centro-ovest dell’Africa come Mali, Senegal, Nigeria, Burkina Faso…).

Dal 2020 l’Ambulatorio ha operato in stretta sinergia con gli operatori del progetto SIPLA (équipe di cinque incaricati dalla Fondazione San Martino e due tirocinanti Caritas, coordinati da Virginia Sabbatini) che ha provveduto a effettuare il triage anti Covid con il rilevamento della temperatura,  l’igienizzazione delle mani ed ha promosso la campagna vaccinale tra i lavoratori agricoli non residenti  o sprovvisti di tessera sanitaria, accompagnando quelli più vulnerabili alle giornate di somministrazione. Proprio sul fronte del contrasto alla pandemia, gli operatori SIPLA, insieme ai volontari dell’Ambulatorio hanno portato avanti anche un’azione informativa, creando volantini in lingua e un video di spiegazione sulle vaccinazioni per invitare alla prevenzione.

LA PREVENZIONE DEL COVID

«Sul fronte Covid – spiega la dottoressa Tiziana Bertero – nel 2021 ci siamo adoperati molto per capire come realizzare i tamponi come i residenti in Piemonte. Alla fine, grazie al coraggio di alcuni volontari che avevano già manualità nel farli (mentre altri hanno imparato) abbiamo iniziato a farli chiedendo all’Asl Cn1 di avere in dotazione il materiale (tamponi rapidi, camici…). Ne abbiamo fatti una cinquantina di cui tutti con risultati negativi. Questo intervento è stato motivato da sintomi sospetti o dalla necessità di alcuni di avere una certificazione per motivi di lavoro o perché dovevano essere ospitati nel dormitorio di Casa Madre Teresa, per evitare un contagio collettivo».

 Sottolinea il dottor Paolo Allemano: «Mentre il 2020 è stato un anno vissuto come pericoloso, con l’angoscia di avere a che fare con eventuali positivi che non potevano isolarsi perché privi di un domicilio (immaginate cosa significa dire ad un ragazzo che ha bisogno di lavorare che deve andare in ospedale … è drammatico), quest’anno la nostra attività si è trasformata più in un’operazione di educazione sanitaria. Abbiamo fatto molta formazione e sensibilizzazione, convincimento rispetto alla vaccinazione, triage..».

 Sul fronte delle vaccinazioni, la collaborazione con l’ASL CN1 ha visto i medici volontari consigliare soprattutto il Johnson, a luglio 2021 ritenuto attivo con una monodose e più semplice da gestire per chi, come questi lavoratori, si sposta in tutta Italia. «Noi ne abbiamo accompagnati 178 all’hub vaccinale di Lagnasco e Saluzzo – indica la dottoressa Bertero – mentre il numero totale dei migranti vaccinati all’hub vaccinale di Saluzzo sale a 900 (cifra che include anche le persone inviate dall’ASL Cn1, dalle aziende e da altri progetti attivi sul territorio). Ci siamo organizzati per farli venire in ambulatorio a raccogliere la storia clinica e compilare insieme i moduli, prima della vaccinazione visti i tempi strettissimi per i medici vaccinatori dell’hub e date le difficoltà linguistiche con alcune persone. Abbiamo dato a tutti del paracetamolo per gestire eventuali sintomi post vaccino e lasciato i nostri recapiti per cercare subito un medico in caso di sintomi gravi».

Scarica il volantino sulla prevenzione del Covid

 LE PATOLOGIE RISCONTRATE

Tra i malesseri, se non addirittura le malattie, riscontrate con più frequenza tra i braccianti agricoli che hanno beneficiato dell’attività dell’Ambulatorio sostenuto dal progetto SIPLA, vi sono quelle odontoiatriche (il classico mal di denti), aspetto che ha spinto la Caritas diocesana ad inaugurare nell’ottobre dello scorso anno un nuovo Ambulatorio dedicato nei locali messi a disposizione dalla Parrocchia di Sant’Agostino. Anche qui le prestazioni sono erogate gratuitamente grazie ad odontoiatri e odontotecnici volontari.

Oltre a patologie minori come allergie, mal di stomaco, piccoli traumi… di cui soffre la maggioranza delle persone prese in carico dall’Ambulatorio Medico lo scorso anno, una piccola parte si presenta con problematiche decisamente serie, ad esempio di tipo neurologico o ematologico.

«Malattie importanti – spiega il dottor Allemano – che purtroppo prendono una piega inquietante perché questi ragazzi dovrebbero stare a riposo, essere curati, invece devono continuare a lavorare, sperando che nessuno si accorga della loro patologia, dato che il lavoro è fondamentale per loro». Non mancano poi i disturbi legati al disagio delle condizioni di vita dei braccianti come le numerose patologie dermatologiche riscontrate dai medici volontari: infezioni, verruche, perfino ipotermia dovuti al fatto che, ad esempio, non hanno scarpe e calze adatte o che vivono all’aperto in mancanza di un posto letto.

Cerchiamo medici volontari

By News

L’Ambulatorio Medico per i braccianti stagionali della Caritas di Saluzzo cerca volontari. Medici, infermieri, ma anche studenti delle stesse facoltà che vogliano prestare tempo e competenze in aiuto di chi, in quanto non residente sul territorio, non ha accesso alle cure del medico di base e dovrebbe pagare la visita occasionale. Si cercano sanitari in pensione o universitari che abbiamo disponibilità un pomeriggio a settimana per visite e prescrizioni. Gli interessati possono contattare il Presidio della Caritas all’indirizzo salutemigrante@saluzzomigrante.it.

COME OPERA L’AMBULATORIO

Nato nel 2014 grazie alla convenzione tra la Fondazione San Martino onlus e l’ASL CN1, l’Ambulatorio oggi ha sede in corso Piemonte 63, in un locale messo a disposizione della Caritas all’interno della Casa di Prima Accoglienza “Monsignor Bona”. Le prestazioni erogate sono tutte volontarie, mentre per le visite specialistiche e gli esami i braccianti pagano il ticket come tutti i cittadini. Questo servizio rientra fra le azioni del progetto “SIPLA – Sistema Integrato di Protezione dei Lavoratori in Agricoltura” che la Fondazione San Martino e la Caritas diocesana hanno avviato nel dicembre 2020, accogliendo la proposta di attivare nel Saluzzese uno dei punti di un progetto nazionale sostenuto da fondi europei FAMI (Fondo Asilo Migrazione Integrazione) capofilato dal Consorzio Communitas e Arci nazionale (www.retesipla.it).

Un’attività fondamentale, secondo Caritas e San Martino, per dare un accesso alle cure che sia dignitoso, come per tutti i residenti, con una facilitazione in più riguardante l’orario di accesso, visti gli orari di lavoro prolungati di chi raccoglie la frutta.

L’attività dell’Ambulatorio Medico per i lavoratori stagionali non sarebbe possibile senza il contributo in termini di tempo e competenze dei volontari, nel 2021 una quindicina tra medici e infermieri, che prestano gratuitamente la loro opera. L’Ambulatorio oggi è coordinato dalla dottoressa Tiziana Bertero, medico torinese con un’esperienza trentennale al Mauriziano in ematologia e immunologia, con la collaborazione del  dottor Paolo Allemano, medico ospedaliero in pensione,  ex consigliere regionale ed ex sindaco di Rifreddo e Saluzzo, dal 2020 volontaria in Caritas. La parte infermieristica, comprensiva del delicato aspetto della manutenzione dell’ambulatorio e del prontuario farmaceutico,  è coordinata dall’ex infermiera saluzzese Rinalda Lingua.

Leggi qui i dati sull’attività nel 2021

Leggi qui la testimonianza dei medici volontari 

#Live2021_3 Vaccini per i braccianti

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Anche quest’anno, grazie ai medici volontari coordinati dai dottori Paolo Allemano e Tiziana Bertero, l’Ambulatorio medico stagionali in corso Piemonte 63 ha riaperto in concomitanza con l’arrivo estivo dei lavoratori e degli aspiranti lavoratori agricoli per la raccolta della frutta.

 Dall’apertura a giugno a fine agosto sono state 209 le richieste registrate dagli operatori del Presidio rispetto ad assistenza di tipo medico-sanitario, 184 gli accessi all’Ambulatorio. Purtroppo infatti chi non ha una residenza sul territorio e non ha un contratto di lavoro in essere non può richiedere l’assistenza del Medico di Medicina Generale sul territorio.

 In questi mesi, sul tema dei vaccini e delle procedure di sicurezza per prevenire il contagio da Covid19, il Presidio ha portato avanti un’attività di sensibilizzazione e di registrazione di coloro che erano impossibilitati a registrarsi tramite la piattaforma “Il Piemonte ti vaccina”.

Dall’iscrizione tramite piattaforma sono infatti esclusi coloro che non sono residenti in Piemonte, sono sprovvisti di tessera sanitaria, hanno la tessera sanitaria scaduta o in corso di rinnovo.

 Sono 195 le richieste di vaccino raccolte dal nostro Presidio, non solo di lavoratori e aspiranti lavoratori, ma anche, grazie alla collaborazione con il Centro ISI (Informazione Salute Immigrati), di persone irregolarmente soggiornanti sul territorio.

Di questi 149 si sono vaccinati con il monodose Johnson&Johnson o il Pfizer nelle 3 sedute del 6 e del 18 agosto e del 8 settembre a Lagnasco. Alcuni sono stati vaccinati all’hub allestito al Foro Boario di Saluzzo, altri verranno ulteriormente segnalati al Distretto Sanitario dell’ASL CN1 che ha organizzato queste giornate.

Nuova stagione: appello ai volontari

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Una nuova stagione di raccolta della frutta inizia nel Saluzzese e la Caritas diocesana torna a lanciare una richiesta di supporto nella gestione dei servizi di accoglienza a favore dei …

Cerchiamo 2 tirocinanti

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La Caritas diocesana di Saluzzo cerca 2 tirocinanti (ambo sessi, tra i 20 e i 30 anni) per un’esperienza di formazione e inserimento nell’ambito delle attività di contrasto alle condizioni…

Processo Momo: commento alla sentenza

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La Caritas Diocesana di Saluzzo, prima con il progetto Presidio di Caritas Italiana poi insieme alla Fondazione San Martino con il progetto SIPLA Centro Nord di Consorzio Communitas e Arci,…

Comuntà è casa con il progetto Ubuntu

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A partire dal mese di giugno del 2021 (fino a novembre del 2022)  la Caritas di Saluzzo ha dato il via alle azioni operative del progetto "Ubuntu" promosso dal Comune…

#Live2021_2 La salute dei braccianti a rischio

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Quand’è che un lavoratore si può considerare sfruttato? Non è solo questione di mancanza di contratti, niente contributi… tra gli indici che il codice penale individua c’è anche il mancato rispetto delle norme sulla sicurezza e sull’orario. Perché il buon lavoro, quello dignitoso, passa anche dalla  tutela della salute.

Ce lo ricordano ogni giorno i braccianti che arrivano al nostro Presidio in corso Piemonte 59: la maggior parte racconta di straordinari che diventano la norma, spesso non riconosciuti in busta paga. A questo si unisce un contesto che troppo spesso mette a rischio la loro salute: la difficoltà a trovare un posto dignitoso in cui dormire li costringe spesso a finire in strada, dormendo sopra un cartone appoggiato sull’asfalto, senza un riparo dalla pioggia, senza prendere sonno per l’assillo di stare allerta nel caso in cui ci siano controlli dei documenti da parte delle Forze dell’Ordine, sgomberi o qualcuno venga a rubare tra i pochi averi che hanno stipato in una valigia.

Ci raccontano della sveglia all’alba, tra le quattro e le cinque del mattino, pronti per raggiungere i campi colmi di mirtilli. La prima preoccupazione è quella di trovare un luogo in cui nascondere i cartoni e le coperte, in modo che non siano scambiati per rifiuti e gettati via, per riuscire a ritrovarli la sera quando rientreranno in quell’angolo buio dove hanno cercato riparo. Già lo scorso anno, dopo una serie di interventi di pulizia in città durante i quali sono state gettate via le coperte dei braccianti, eravamo alla ricerca di nuove coperte così, ascoltate queste storie durante le ore di apertura della nostra “Boutique du monde” le nostre volontarie quest’anno ci hanno sorpresi con la loro creatività. Hanno portato una serie di teli ai quali hanno cucito tasche e lacci per poter arrotolare le coperte che consegnamo durante i Presidi Mobili. “Così le possono legare alle bici” ci hanno spiegato, “per evitare che non le ritrovino più ogni sera”.

Ma la giornata di un bracciante senza dimora non ha esaurito le sue preoccupazioni al mattino. Dopo aver fatto sparire le tracce del loro giaciglio, ci raccontano dei chilometri in bici (anche una ventina) che affrontano lungo le “strade della frutta”, tra camion e ginocchia che pestano sui pedali per arrivare al luogo di lavoro. Al ritorno, la loro speranza è sempre quella di riuscire ad arrivare prima possibile in Caritas per prendere i primi numeri della fila e non dover attendere troppo per una doccia. Per alcuni l’attesa rappresenta un momento di riposo: potersi sedere, chiacchierare con gli altri in attesa, ricaricare il cellulare, bere dell’acqua fresca, spalmare una crema sulla pelle riarsa dal sole…

Ieri sera oltre 40 braccianti sono arrivati per una doccia nel nostro cortile in corso Piemonte. Dopo una giornata di lavoro, riuscire a lavarsi, pulire i vestiti, diventa l’accesso a una normalità non scontata in questi luoghi, ma essenziale. Il servizio docce che abbiamo riattivato quest’anno, grazie ai volontari, resto aperto il martedì e il giovedì. Se troveremo nuovi volontari disponibili, contiamo di aumentare le aperture.

La vita in strada mina la salute dei braccianti non solo quando sono esposti ai temporali estivi, alle grandinate, alle temperature che scendono la notte, ma anche perché non riescono a cucinare un pasto vero. Se la realtà delle baraccopoli è drammatica nei loro racconti, almeno lì ci spiegano come potevano arrangiarsi accendendo un fuoco. Solo uno di loro, ieri sera, si era ricavato dentro uno scatolone in plastica per la raccolta differenziata della carta, un vano dove ha sistemato un fornelletto a gas nella speranza di scaldarsi riso e pollo. Un’alimentazione scarsa e poco costante, unita alla disidratazione sono tra le cause delle patologie che vengono sistematicamente riscontrate dai medici volontari del nostro ambulatorio. Mali che possono cronicizzarsi se non curati e se non interviene cambiando stile di vita (casa, cibo, spostamenti e lavoro meno faticosi). Purtroppo, come approfondiremo in altre Liveblog, anche l’accesso alle visite mediche e a cure continuative non è semplice per gli stagionali.

Negli ultimi anni abbiamo visto aumentare il numero di braccianti che, con o senza il nostro supporto, sono riusciti a trovare un alloggio da affittare eppure spesso si tratta di appartamenti in piccoli Comuni lontani dalle zone di lavoro, con scarsi collegamenti del trasporto pubblico e comunque gli orari dei bus sono per lo più incompatibili con quelli della raccolta. Anche per chi non dorme in strada, i lunghi tragitti in bicicletta alla fine di una estenuante giornata di lavoro sotto il sole aumentano il rischio di incidenti, attenuato solo dai giubbotti catarinfrangenti e dalle luci che distribuiamo nella nostra “Boutique du monde”.

A questa fotografia di inizio stagione si aggiungono altri elementi legati al mancato rispetto delle norme sulla sicurezza che, in un momento di distrazione o stanchezza legata a questo stile di vita, possono costare caro, come per F. che abbiamo accompagnato al Pronto soccorso perché, senza i guanti per la potatura, ha rischiato di perdere una falange per un brutto taglio. Lo abbiamo visto arrivare al nostro Presidio a diversi giorni di distanza dall’accaduto, perché il datore (preoccupato per l’infortunio sul lavoro) non lo ha accompagnato in ospedale e gli aveva chiesto, come ci ha riferito, di non parlare con nessuno dell’accaduto. Parecchi braccianti arrivano alla nostra “Boutique” chiedendo ad esempio un paio di scarpe antinfortunistiche, altri raccontano di guidare mezzi agricoli senza patente.

Salute e lavoro: due diritti fortemente intrecciati, che torniamo a chiedere siano salvaguardati per evitare tragedie come quella di Camarda Fantamadi, bracciante 27enne, originario del Mali, morto proprio oggi mentre stava rientrando a casa in sella ad una bicicletta sulla strada provinciale dove ha avuto un malore per l’aria irrespirabile che aveva raggiunto i 40 gradi. È successo a Brindisi, ma anche qui a Saluzzo fa caldo, c’è il Covid e i braccianti sono tornati a sfrecciare ogni giorno sulle “strade della frutta”. La salute non è un diritto sacrificabile. 

Nuova stagione: appello ai volontari

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Cerchiamo 2 tirocinanti

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Serata volontari Casa Madre Teresa

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Mercoledì 22 maggio alle ore 20 presso il Pozzo in corso Piemonte 63 (ingresso dal cortile) Saluzzo Migrante organizza una serata informativa e formativa dedicata ai volontari che opereranno alla Casa Madre Teresa di Calcutta (via Sant’Agostino 27).

Ci sarà un aperitivo insieme: ognuno è invitato a portare qualcosa da condividere.

La struttura di Casa Madre Teresa offre 24 posti letto destinati non solo ai migranti che ogni anno arrivano in zona per cercare lavoro nella raccolta della frutta, ma a tutte le persone in situazioni di grave vulnerabilità (minori, malati, vittime di sfruttamento lavorativo, della tratta o persone colpite da gravi reati).

La serata affronterà la presa di in carico delle persone ospiti in Casa Madre Teresa, il ruolo del volontario e le tipologie di attività e di accompagnamento pensate per gli ospiti di questa struttura.