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operatori Archivi - Saluzzo Migrante

Il Progetto Ubuntu cerca un operatore

By New, News

Nell’ambito del progetto “UBUNTU (in lingua bantu “Io sono perché noi siamo”) promosso in partenariato dal Comune di Saluzzo (capofila), Caritas di Saluzzo e Consorzio Monviso Solidale, grazie al bando “Territori Inclusivi” della Compagnia di San Paolo, si ricerca:

1 operatore/operatrice sociale
per lavoro part-time riferito ad attività inerenti l’inserimento abitativo di persone in condizioni di grave marginalità; l’incarico sarà dal 1 giugno al 31 dicembre 2021 nell’ambito del progetto “UBUNTU” a supporto di persone con background migratorio.

Si richiede:

  • formazione specifica o esperienza pregressa (lavorativa o di volontariato) nell’ambito delle politiche di contrasto alla grave marginalità o dell’accoglienza di persone straniere
  • conoscenza di almeno una lingua (inglese o francese)
  • patente B

L’operatore/trice si occuperà

1) delle azioni del progetto che riguardano la facilitazione dell’intermediazione immobiliare tra persone straniere in cerca di alloggio, locatari e agenzie immobiliari per favorire una reale integrazione di quanti non riescono ad accedere al mercato degli alloggi a causa di condizioni di lavoro precarie, assenza di una rete familiare/amicale, difficoltà di comprensione della lingua.

2) di supportare il custode della struttura “Casa Madre Teresa di Calcutta” (in via Sant’Agostino 27 a Saluzzo), nella gestione della permanenza delle persone accolte e nella progettazione individuale dei percorsi degli accolti nel dormitorio maschile al piano terra (riservato a persone in particolare condizione di vulnerabilità socio-sanitaria).

Si propone, prima dell’assunzione che farà data dal 1 giugno 2021, la partecipazione a momenti di conoscenza del progetto Presidio “Saluzzo Migrante” e del progetto “UBUNTU”.

Inviare un curriculum aggiornato, con foto e firma per la privacy, all’indirizzo info@saluzzomigrante.it entro il 12 maggio.

Live10 Saluzzo Migrante Case Abitare a Saluzzo

Covid-19: un’occasione mancata per dare dignità

By New, News

La stagionalità dell’agricoltura in Italia vive delle continue migrazioni interne di lavoratori stranieri che da anni sono i principali protagonisti della raccolta e trasformazione nel nostro Paese: negli anni, infatti, la manodopera straniera che internamente si sposta da un bacino ortofrutticolo all’altro, tra le regioni, ha affiancato (e in larga parte sostituito) i braccianti locali e i braccianti extracomunitari che arrivano tramite il “Decreto Flussi”.

Tuttavia, il divieto di spostamento causato dall’emergenza ha sottolineato le contraddizioni di una filiera che necessita di manodopera, ma non riconosce dignità ai lavoratori stranieri già presenti sul territorio nazionale (di cui molti irregolari), mettendo in forte crisi il settore agricolo.
Sappiamo che la maggior parte dei lavoratori e delle lavoratrici vivono in insediamenti spontanei, ghetti o tendopoli in condizioni di completo isolamento, ed in un momento in cui la sostenibilità di un intero settore appare così strettamente connessa alla loro sorte è fondamentale riconoscere il loro ruolo, attraverso tutele e l’accesso ai diritti, con azioni concrete e politiche adeguate.

A questo proposito anche Caritas Italiana ha aderito all’appello lanciato da Terra! Onlus, insieme a sindacati e realtà del Terzo Settore per chiedere al Presidente della Repubblica e ai Ministri dell’Agricoltura, Teresa Bellanova, e del Lavoro, Nunzia Catalfo, una sanatoria per i braccianti stranieri, per far emergere chi è costretto a vivere e lavorare in condizioni di irregolarità. Se appare impraticabile la strada di un Decreto Flussi per i lavoratori stagionali, la sanatoria richiesta appare come una misura utile in un momento in cui occorre garantire sia il rinnovo dei permessi di soggiorno e che i posti di lavoro per un intero comparto a vocazione agricola. 

Servono soluzioni per l’alloggiamento e il reclutamento

Virginia Sabbatini, referente dell’équipe di Saluzzo Migrante, commenta: “Abbiamo letto, nelle scorse settimane, i diversi comunicati del nuovo Tavolo per l’Emergenza frutta del Monviso riguardanti le decisioni in merito alla non apertura delle Accoglienze Diffuse e del dormitorio PAS da parte dei sindaci di Saluzzo, Lagnasco, Costigliole e Verzuolo. Ci lascia perplessi, a due mesi dello scoppio della pandemia, la mancanza di progetti creati su misura per le esigenze del nostro territorio.

Esprimiamo soddisfazione nel riscontrare che il mondo agricolo, con senso di responsabilità, si sia mosso al fine di occuparsi integralmente del fenomeno e di tutti i risvolti connessi alla raccolta agricola. Assieme all’istituzione regionale, ai quattro sindaci dei “Comuni della frutta” che negli anni passati avevano attivato le accoglienze diffuse e per la prima volta da dieci anni alle Organizzazioni dei Produttori, che giocano un ruolo fondamentale nella filiera agroalimentare, è necessario iniziare a costruire una programmazione che possa gestire in modo adeguato il fenomeno, senza dimenticare le sfere più fragili della raccolta, i braccianti.

Da anni chiediamo interventi di sistema da parte di istituzioni regionali e prefettizie, mondo agricolo, sindaci, servizi sociali, riservando alla Caritas un ruolo di sussidiarietà e non di protagonismo, ed in questo senso, negli ultimi due anni, si sono fatti passi avanti, con l’istituzione di nuove accoglienze, in particolar modo grazie al rilevante intervento del Comune di Saluzzo, il Protocollo Regionale per la promozione del lavoro regolare in agricoltura, siglato dalla Regione Piemonte nell’anno passato, la sperimentazione su un incontro pubblico tra la domanda e l’offerta di lavoro avviata a Saluzzo nel 2019 dal Centro Per l’Impiego di Saluzzo, in sinergia con gli enti locali.

Tuttavia, ci rammarichiamo del fatto che a questo tavolo non siano stati coinvolti gli enti che maggiormente toccano con mano alcuni risvolti del fenomeno, tra cui la parte sindacale e la Caritas, che continuano ad offrire servizi e tutela ai braccianti: sembra che la voce di chi rappresenta i lavoratori coinvolti o le persone in stato di fragilità connesse alle operazioni di raccolta non debba potersi esprimere in tale sede.

Riteniamo in ogni modo che questo possa essere un primo passo, significativo, affinché gli enti di competenza possano individuare nuove forme per una gestione responsabile del fenomeno, a dieci anni dalla sua prima manifestazione e a maggior ragione durante un’emergenza sanitaria di questo tipo.

Come Caritas ascoltiamo quotidianamente anche la voce dei piccoli imprenditori agricoli locali, affaticati da una filiera agroalimentare che non restituisce un equo valore del prodotto, in conseguenza della quale spesso si rende difficile rispettare pienamente i contratti siglati con i loro dipendenti: ancor più difficile è occuparsi del loro alloggiamento, a maggior ragione in tempi di Covid-19, che richiedono una attenzione alla sicurezza e alla salvaguardia della salute nei luoghi di lavoro e nei luoghi di alloggiamento. Oggi è il tempo in cui non lasciare soli nessuno e i soggetti più fragili ci sembrano proprio essere  da una parte i lavoratori e dall’altra i piccoli coltivatori.

Le proposte che abbiamo letto in queste settimane dai sindacati agricoli, dai sindaci, dalle Organizzazioni dei produttori del territorio sembrano andare verso questa direzione, ritenendo che l’accoglienza in azienda possa essere una risposta idonea e sufficiente per la problematica alloggiativa della manodopera agricola stagionale e richiedendo una totale flessibilità tramite lo sblocco dei voucher (che si presume possano essere uno strumento per impiegare i soggetti più fragili delle nostre comunità come i precettori di reddito di cittadinanza, le persone in cassa integrazione, categorie che avrebbero invece bisogno di rapporti di lavoro stabili e che in ogni caso non sono in numero sufficiente a coprire il fabbisogno di manodopera, che solo nel saluzzese ammonta a 12.000 lavoratori impegnati nel settore frutticolo).

Non è più procrastinabile l’impegno da parte del mondo agricolo di rendere noto il reale fabbisogno delle aziende, in quale periodo si concentri maggiormente la richiesta e se i produttori frutticoli siano in grado di predisporre delle soluzione abitative per i braccianti o meno. In caso negativo, non si può, in un anno delicato come questo, rifiutare l’intervento delle Accoglienze Diffuse pubbliche, che andrebbero replicate nei Comuni che da anni negano il loro ausilio nella gestione responsabile della problematica connessa alle imprese dei loro territori.

Certamente tutto ciò sarebbe impossibile al di fuori di una gestione da parte delle Unità di crisi e con il supporto di enti quali la Protezione Civile o la Croce Rossa, in seguito all’individuazione di protocolli per la sicurezza dei lavoratori che vedano la partecipazione dei sindacati. Fondamentale è, infine, consentire l’accesso a siti di accoglienza in luoghi pubblici o privati da parte degli enti di tutela quali la Caritas, che può fornire un supporto di beni di prima necessità e di tipo sanitario, grazie all’Ambulatorio Medico Stagionale, o dei sindacati stessi, che svolgono un ruolo fondamentale per la promozione del lavoro regolare e la prevenzione a fenomeni di sfruttamento”.

Come Caritas, abbiamo scritto al Comune di Saluzzo, alla Prefettura di Cuneo e alla Regione Piemonte per segnalare che i nostri dormitori non sono idonei, alla luce dell’emergenza sanitaria, ad accogliere le persone senza dimora disponibili al lavoro agricolo che presumibilmente potrebbe arrivare nei prossimi giorni: ad oggi sono due i potenziali braccianti che sono arrivati e sono stati costretti ad alloggiare all’aperto. Speriamo si possa costituire al più presto un comitato di gestione, tramite l’unità di crisi, che possa costituire al più presto un tavolo di confronto che possa occuparsi della tutela di queste persone e della cittadinanza.

La piattaforma regionale Io Lavoro in agricoltura: una possibilità da implementare

Diversi appelli sono stati rivolti dal mondo agricolo circa la necessità di individuare manodopera a fronte dell’assenza del Decreto Flussi, che l’anno scorso ha portato 1200 lavoratori extracomunitari nella provincia di Cuneo per il lavoro stagionale. Dal momento che questa forza lavoro rappresenta una minima percentuale della manodopera stagionale, in tempi di emergenza sanitaria sarebbe prioritario organizzare i flussi interni di migranti che lavorano come stagionali e che ogni anno si spostano a tra le regioni italiane seguendo la geografia delle raccolte.

In questo senso andrebbe implementata la piattaforma creata dalla Regione per l’incontro tra domanda e offerta di lavoro agricolo.

“Pur comprendendo le motivazioni che spingono a prediligere la manodopera locale – spiega Virginia Sabbatini-, ribadiamo che difficilmente la disponibilità di lavoratori dal territorio possa rispondere al grande fabbisogno stagionale del comparto. Parallelamente, i primi arrivi di questi giorni confermano come i braccianti stagionali continuino, nonostante l’emergenza sanitaria, a spostarsi tra le regioni seguendo le stagioni di raccolta. Una situazione destinata ad aumentare con l’allentamento delle restrizioni alla mobilità a cui potremmo assistere nei mesi futuri, a maggior ragione con una stagione di raccolta che si è allungata negli anni passati e si conclude ormai nei mesi invernali. 

E’ allora di importanza cruciale l’individuazione di un sistema di reclutamento a distanza , pubblico, che superi le consuetudini del territorio. In assenza di un sistema efficace e pubblico di incontro tra la domanda e l’offerta, gestito tramite piattaforme virtuali, osserviamo come da anni gli imprenditori agricoli da anni assumano i braccianti aspettando che arrivino nel campo a proporsi, chiedendo ad altri dipendenti fidelizzati di chiamare degli “amici” o andando al Foro Boario. Un sistema insostenibile, se si considera che la manodopera arriva fino a 12.000 unità, che i flussi extracomunitari rappresentano ormai meno del 10% di questo fabbisogno e che gli autoctoni sono poco interessati a questo tipo di lavoro. Tale sistema offre spazio a fenomeni di sfruttamento quali il caporalato e produce un costo sociale ingente per il territorio, rendendo impossibile la programmazione degli arrivi e degli alloggiamenti”. 

“Ci sembra estremamente positivo – prosegue Sabbatini – lo sviluppo, da parte della Regione Piemonte, della Piattaforma “Io lavoro in agricoltura”, per scongiurare arrivi non programmati: il nostro Presidio sta pubblicizzando l’iscrizione a chi quotidianamente ci telefona, da tutta Italia, per dirci che è stato contattato dal datore di lavoro, che ha visto un servizio televisivo sulla ricerca di manodopera a Saluzzo o che si sta organizzando per venire a cercare il lavoro. I nostri colleghi in altri territori d’Italia supportano i braccianti stagionali nella compilazione, nella speranza che sussista effettivamente la disponibilità da parte del mondo agricolo, dichiarata nei comunicati, ad assumere tramite l’uso di tale sistema e non con le forme non organizzate utilizzate in passato”.

Maggio 13, 2022 in News, Volontari

Nuova stagione: appello ai volontari

Una nuova stagione di raccolta della frutta inizia nel Saluzzese e la Caritas diocesana torna a lanciare una richiesta di supporto nella gestione dei servizi di accoglienza a favore dei …
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Maggio 4, 2022 in News

Cerchiamo 2 tirocinanti

La Caritas diocesana di Saluzzo cerca 2 tirocinanti (ambo sessi, tra i 20 e i 30 anni) per un’esperienza di formazione e inserimento nell’ambito delle attività di contrasto alle condizioni…
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Aprile 11, 2022 in News

Processo Momo: commento alla sentenza

La Caritas Diocesana di Saluzzo, prima con il progetto Presidio di Caritas Italiana poi insieme alla Fondazione San Martino con il progetto SIPLA Centro Nord di Consorzio Communitas e Arci,…
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Marzo 22, 2022 in News

Comuntà è casa con il progetto Ubuntu

A partire dal mese di giugno del 2021 (fino a novembre del 2022)  la Caritas di Saluzzo ha dato il via alle azioni operative del progetto "Ubuntu" promosso dal Comune…
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#Live2020_1 Continuiamo a presidiare

By Live blog

In queste difficili settimane, in cui assistiamo ad una situazione che mai avremmo immaginato di vivere, il lavoro del nostro Presidio, come chiesto dal Direttore della nostra Caritas in linea con l’appello di Caritas Italiana, continua. I nostri servizi di supporto ai migranti proseguono, assecondando le normative del Governo, per garantire un sostegno continuo a quei lavoratori stagionali che si trovano ancora sul territorio saluzzese in condizioni di particolare fragilità sanitaria, legale o lavorativa.

La lettera del Presidente di Caritas Italiana, mons. Francesco Soddu, che chiede, pur con la dovuta prudenza, di non dimenticare gli ultimi, ci ha esortati a non perdere di vista l’obiettivo del nostro Presidio. Per questo motivo abbiamo deciso di continuare a lavorare anche in questi giorni, mantenendo aperti e operativi lo sportello Infopoint in corso Piemonte 59, proseguendo gli accompagnamenti al piano terra di Casa Madre Teresa, spostando in smartworking l’attività di sensibilizzazione e comunicazione. 

Abbiamo adeguato gli spazi di lavoro alle precauzioni richieste dal Governo, cercando di aiutare chi arriva nel nostro ufficio a capire, anche attraverso la distribuzione di materiali in diverse lingue, cosa stia accadendo e quali effetti questa situazione ha sulla loro vita (precauzioni da prendere, consigli sanitari, gestione degli spostamenti …).

I nostri operatori nell’ultima settimana hanno continuato a lavorare, anche a distanza, per riorganizzare e attrezzare adeguatamente i locali del Presidio. Dopo giornate segnate dal riassetto di spazi e servizi, vogliamo raccontare ciò che concretamente è stato fatto per riuscire a garantire, nella tutela di tutti, la continuità dei servizi di “Saluzzo Migrante”.

UNA NUOVA ORGANIZZAZIONE 

In linea con le nuove norme del Governo, recepite dalla Diocesi di Saluzzo, abbiamo deciso di limitare i giorni di apertura del nostro Infopoint in corso Piemonte 59, rendendolo accessibile solo il mercoledì dalle 17 alle 19:30, lasciando però attivo il numero di telefono del Presidio 24 ore su 24 (cell. 334 1197296). Invitiamo le persone a contattarci telefonicamente per prendere appuntamento e rimandare tutte le assistenze non urgenti, per evitare al massimo la mobilità.

I locali dell’Infopoint sono stati predisposti in modo da rispettare le distanze di sicurezza tra l’operatore e le persone che arrivano per chiedere informazioni e orientamento. Inoltre, gli operatori indossano sempre la mascherina durante i colloqui per limitare ulteriormente le possibilità di contagio. 

Le persone che accedono all’Infopoint sono accolte nella sala d’attesa ed invitate a mantenere la distanza minima. Inoltre a tutte viene misurata la febbre con un termometro a infrarossi prima di accedere al servizio.

L’obiettivo di queste misure è informare chiunque arrivi sulle precauzioni da rispettare e sui potenziali rischi di contagio, oltre a fornire a tutti i braccianti le autocertificazioni necessarie per potersi spostare sul territorio per motivi di lavoro. 

Abbiamo adottato le stesse misure anche in Casa Madre Teresa, il nuovo servizio della Caritas inaugurato un mese fa in via Sant’Agostino 27, dove al momento sono accolti 12 uomini nel dormitorio al piano terra ed al secondo piano una famiglia in condizioni di particolare fragilità. La struttura è stata dotata di tutti i prodotti necessari per mantenere e garantire l’igiene dei locali e delle persone. Un operatore di “Saluzzo Migrante” continua ad effettuare passaggi settimanali, dotato di mascherina e guanti, per aiutare gli ospiti che qui tendono a vivere una dinamica molto simile a quella di una grande famiglia. Proprio per via del numero di persone presenti, abbiamo ritenuto importante incontrare ogni ospite, singolarmente e in gruppo, per poter spiegare tutti i rischi che il Coronavirus comporta, quali sono le precauzioni da prendere all’interno e all’esterno della casa, come compilare ed utilizzare adeguatamente l’autocertificazione.

LE REAZIONI DI CHI AIUTIAMO 

Molti ragazzi, in particolare quelli che vivono in Casa Madre Teresa, all’inizio erano evidentemente disorientati da questa situazione ed hanno chiesto molte informazioni sul contagio. A questo proposito abbiamo distribuito loro del materiale informativo che, anche in diverse lingue sia europee (italiano, francese e inglese), ma anche arabo e dialetti africani, per spiegare in modo specifico cos’è il Coronavirus, come si diffonde il contagio e quindi quali precauzioni è bene adottare nella vita quotidiana che, ovviamente, deve cambiare e riadattarsi.

I nostri operatori hanno pensato che fosse molto importante intervenire con momenti di informazione per tutti perché, così come purtroppo abbiamo accadere in tante città, le reazioni delle persone state molteplici: alcuni hanno preso la situazione molto seriamente, altri meno: è stato fondamentale garantire a tutti un livello adeguato di conoscenza. In quest’ultima settimana c’è stata sicuramente molta confusione, veicolata attraverso tanti canali di informazione e per questo motivo abbiamo deciso di tranquillizzarli facendoci trovare pronti per rispondere alle loro domande. 

ESSERE OPERATORI AI TEMPI DEL CORONAVIRUS

La prima cosa che abbiamo sentito di dover fare è stato informare le persone che abitualmente incontriamo attraverso i nostri servizi, in particolare chi è ospite in Casa Madre Teresa, in quanto si trovano in condizioni di fragilità di diverso tipo e alle quali vogliamo garantire un supporto costante, rafforzato ancora di più in questo periodo.

È stato molto importante riuscire a trasmettere un messaggio di responsabilità collettiva, condivisa, cercando come operatori di placare quanto più possibile ansie e prevenire situazioni di criticità. 

Il nostro operare comporta spesso dei rischi, ma in questo momento rendiamo conto della necessità di continuare ad accogliere, orientare, aiutare nonostante il contatto con le persone che incontriamo sia limitato dalle contingenze. Queste “giuste distanze” ci impongono delle restrizioni, ma non limitano il nostro impegno nel continuare a portare un aiuto nonostante a persone che più di altre vedono la loro situazione diventare ancora più fragile per via dell’emergenza.

Sentiamo di lavorare in un clima difficile, ma allo stesso tempo ringraziamo il Vescovo, il Direttore della nostra Caritas, i volontari e tutti i colleghi che ci fanno percepire la loro forte solidarietà. 

CONSIDERAZIONI SUL TERRITORIO

“La nostra risposta è continuare a presidiare, pur nel rispetto delle norme vigenti, ma per poter garantire la tutela di chi vive in forti situazioni di marginalità, in particolare i senza fissa dimora e i braccianti. – spiega Virginia Sabbatini, coordinatrice dell’équipe di Saluzzo Migrante – Cerchiamo di ridurre le distanze attraverso il numero di Presidio, che in questo momento sta risultando essere uno strumento molto utile, veicolando e traducendo le normative in modo che le persone straniere possano comprendere cosa sta accadendo e poi confrontandoci costantemente con gli altri Presidi nazionali. 

Questo perchè, pensando alla stagione di raccolta che sta arrivando siamo doppiamente preoccupati: da una parte le aziende avranno bisogno di rispondere ad un fabbisogno e dall’altra, se le condizioni rimangono queste, probabilmente sarà complesso adibire i luoghi di accoglienza per la stagione.   

Sappiamo che qui a Saluzzo gli arrivi di solito iniziano proprio in questa stagione e siamo già stati contattati da agricoltori che ci chiedevano come reperire manodopera: c’è quindi il timore di non poter intervenire per presidiare gli arrivi e tutelare i diritti di quei lavoratori che, arrivando in questo periodo, sarebbero sprovvisti di una dimora. Speriamo inizino tavoli di confronto con le Amministrazioni locali, l’Istituzione regionale e il comparto agricolo, per valutare la situazione e agire di conseguenza. 

Un’ultima preoccupazione è la sicurezza sui luoghi di lavoro: ci chiediamo come poter informare i braccianti sul fatto che la loro salute vada tutelata anche negli ambienti di lavoro, anche per preservare e garantire la salute collettiva. Attualmente riusciamo a contattare i lavoratori telefonicamente, inoltrando delle versioni scritte in italiano semplificato del Protocollo per la sicurezza nelle aziende siglato tra sindacati e aziende in accordo con il Governo e chiedendo loro di osservare circa il rispetto delle direttive. In un momento delicato come questo è responsabilità delle imprese agricole quella di garantire il rispetto di tali previsioni e non esporre al rischio di propri dipendenti e la collettività, sia nel campo che nei magazzini o nei frigoriferi.

È evidente che siamo di fronte ad una situazione molto complessa, e quei lavoratori che già normalmente faticano a rinunciare a condizioni di lavoro inique, si ritroverebbero in difficoltà nel caso in cui dovessero scegliere  fra la propria salute e un impiego.”.

[continua]

Maggio 13, 2022 in News, Volontari

Nuova stagione: appello ai volontari

Una nuova stagione di raccolta della frutta inizia nel Saluzzese e la Caritas diocesana torna a lanciare una richiesta di supporto nella gestione dei servizi di accoglienza a favore dei …
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Maggio 4, 2022 in News

Cerchiamo 2 tirocinanti

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LAVORA CON NOI: cerchiamo 2 operatori

By New, News

La Caritas di Saluzzo è alla ricerca di due operatori da inserire nell’équipe Immigrazione in vista dell’avvio del progetto SIPLA – Sistema Integrato di Protezione per i Lavoratori Agricoli, promosso nel centro-nord Italia da Consorzio Communitas e Arci. 

Si offrono due impieghi part-time a tempo determinato, con avvio della collaborazione nella primavera del 2020.

CALL 1 – OPEATORE DELL’ACCOGLIENZA – 21 ore settimanali

L’operaore si occuperà di attivare percorsi individuali di accoglienza per i braccianti stagionali, progettando insieme a ciascuno un percorso individualizzato verso l’autonomia (in base alla propria storia migratoria, formazione, condizioni di salute, aspettative e bisogni), individuando gli enti che possano dare corso a questo progetto. 

L’operatore dovrà incontrare periodicamente le persone seguite, per verificare l’andamento del loro percorso, in collaborazione con altri operatori dell’équipe Immigrazione di Saluzzo Migrante, assistenti sociali, psicologi …

Si ricercano per questa figura indistintamente uomini o donne, dai 25 anni in su, con un titolo di laurea universitaria, possibilmente con un profilo che abbia una formazione in ambito migratorio o esperienze lavorative nell’accoglienza di migranti. 

Si richiede patente di tipo B, conoscenza di almeno una lingua straniera (inglese o francese), buona capacità di utilizzo del PC, capacità di ascolto attivo e di lavoro in gruppo. 

CALL 2 OPERATORE COORDINAMENTO SERVIZI E VOLONTARI -15 ore settimanali 

L’operatore si occuperà del coordinamento dei servizi erogati da Saluzzo Migrante a favore dei braccianti stagionali per un loro supporto e orientamento sul territorio. Si tratta di servizi ai quali accede un alto numero di persone, erogati da (maggio/giugno) fino alla fine del periodo di raccolta della frutta (ottobre/novembre). 

L’operatore si occuperà di progettare i servizi in base agli obiettivi di dignità delle persone e delle loro necessità emerse nel corso dell’ultimo anno. I servizi sono: Boutique du monde (distribuzione di vestiario, scarpe e generi alimentari), docce, distribuzione della posta, sportello di redazione dei curricula, Ciclofficina (allestimeno e reperimento dei volontari per realizzare la manutenzione delle biciclette, gestione del deposito su cauzione). 

Inoltre si occuperà di gestire i volontari insieme al responsabile dell’area Giovani e Volontariato (contatto, coordinamento, formazione sui servizi, comunicazione settimanale delle esigenze di volontariato). Sarà coinvolto anche per testimonianze nelle scuole e nelle parrocchie sulle attività svolte da Saluzzo Migrante.

Per questa figura si ricercano indistintamente uomini o donne, dai 20 anni in su, in possesso di patente di tipo B, di un qualunque diploma di scuola superiore. 

Si darà preferenza a profili che abbiano una competenza nel mondo dell’educazione, dell’animazione di comunità e dei giovani o che abbiano una formazione (anche non accademica) in ambito migratorio/gestione delle emergenze. Si richiede disponibilità a partecipare a sessioni di formazione. 

Si richiede buona capacità di problem solving, di relazionarsi con persone di età diverse, straniere e non, capacità di comunicazione e ascolto attivo, di relazione con persone in condizioni di fragilità. 

Per candidarsi è necessario inviare un curriculum con foto, aggiornato e firmato ENTRO E NON OLTRE IL 1 MARZO 2020 all’indirizzo email info@saluzzomigrante.it indicando nell’oggetto NOME, COGNOME, CALL 1 o CALL 2

Maggio 13, 2022 in News, Volontari

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#Live2019_10 Lunghe giornate di Presidio

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#Live2019_9 Una Stagione in Bicicletta

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#Live2019_7 Accoglienza diffusa: accompagnare all’autonomia

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