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cohousing Archivi - Saluzzo Migrante

Entra nella Casetta!

By New, News

A Saluzzo c’è una casa che inizia proprio dove i binari della ferrovia finiscono.
Qui la Caritas di Saluzzo ha deciso di iniziare un progetto per i giovani, costruendo un luogo in cui si potesse iniziare un cammino verso l’indipendenza.

Sono passati due anni da quando la “Casetta” in via Savigliano 30 ha accolto i suoi primi inquilini e da quel momento, per tutto l’anno, giovani hanno potuto vivere, per lunghi o brevi periodi, un’esperienza di crescita e condivisione nuova.

Anche quest’anno, la “Casetta” cerca nuovi inquilini trai i 18 e i 30 anni che abbiano voglia di abitare nel cohousing per un periodo che va da un minimo di sei mesi ad un anno.

La “Casetta” è divisa in due piani:

– al piano terra si trovano la cucina comune, un bagno e una camera da letto che può avere un uso polivalente (coworking, ospitalità…)
– al primo piano ci sono tre camere da letto e un bagno

Il “cuore” della Casetta è l’orto-giardino sul retro, in cui nel corso delle estati passate i giovani del cohousing hanno proposto serate di cinema, teatro, dibattiti…

Vivere in “Casetta” significa condividere tempo e valori: agli inquilini viene chiesto di partecipare come volontari alle attività promosse dai diversi Servizi della Caritas, creare momenti di convivialità, progettare iniziative e attività aperte al territorio. 

La vita in “Casetta” è improntata ad uno stile eco-friendly e sostenibile nei consumi: il progetto chiede agli inquilini una particolare attenzione alla raccolta differenziata dei rifiuti, all’impatto dei consumi (ad esempio acquistando attraverso Gruppo di Acquisto Solidale, Botteghe locali e del commercio equo…) .

In cambio il progetto offre un affitto calmierato, in base alle possibilità di ciascuno (studente/studentessa, lavoratore/lavoratrice, disoccupato/disoccupata).

VUOI ENTRARE IN CASETTA?

Manda la tua candidatura entro il 1 marzo 2021 

con una mail all’indirizzo : info@caritassaluzzo.it

Invia una breve mail di presentazione (con nome cognome, età, contatto telefonico, impegni di studio o lavoro) e le motivazioni che ti spingono a candidarti.

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Entra nella Casetta!

By New, News

La Caritas di Saluzzo lancia una nuova call destinata a trovare giovani che vogliano entrare nella “Casetta”, il cohousing solidale e sostenibile creato oltre un anno fa.
L’invito è rivolto a giovani tra i 18 e i 30 anni che intendono svolgere attività di volontariato in uno dei servizi della Caritas insieme ad una esperienza di condivisione e di comunità con altri giovani.

QUANDO
La call è aperta per i mesi di agosto e settembre 2020, per un minimo di tre settimane continuative. Si prevede un massimo di 2 nuove persone contemporaneamente.

DOVE
Il Cohousing “Casetta” si trova a Saluzzo nella struttura di un ex casello ferroviario in via Savigliano 30.

L’edificio ha due piani: al piano inferiore si trovano la cucina, un bagno e una stanza che può avere un uso polivalente (co-working, eventi con altri giovani, ospitalità) ed una camera da letto; al piano superiore ci sono tre stanze da letto e un bagno.          

La “Casetta” ha un cortile d’entrata, mentre sul retro ci sono un giardino e un orto. Non è presente un impianto di teleriscaldamento, ma una stufa.
Non è presente la linea telefonica, ma è presenta una connessione wi-fi.

COME FUNZIONA
L’esperienza prevede tutti i giorni la disponibilità a fare delle ore di volontari nei vari servizi della Caritas di Saluzzo, in particolare il supporto al presidio “Saluzzo Migrante”.
Inoltre, è previsto un contributo economico al progetto da parte delle persone che intendono candidarsi di 30€ al mese, comprensivo di utenze, ma non del vitto al quale ciascuno dovrà provvedere per proprio conto.

COME CANDIDARSI
Si richiede entro il 2 agosto 2020 una breve mail di presentazione e motivazionale, che includa informazioni su eventuali impegni di studio o lavoro, con i propri recapiti per essere ricontattati.
Per candidarsi scrivere a: 
infocaritassaluzzo@gmail.com

I VALORI DELLA “CASETTA”
Agli inquilini, il co-housing sociale propone di:

  • creare e condividere momenti di quotidiani di convivialità
  • progettare insieme attività nelle aree esterne (giardino, orto, allestimento spazi…)
  • progettare e realizzare momenti (eventi, attività) aperti alla cittadinanza e agli altri giovani
  • impegnarsi ad acquistare prodotti etici, tramite l’adesione al Gruppo di Acquisto solidale di Saluzzo oppure prodotti da filiera
    corta e preferibilmente evitando la grande distribuzione organizzata (es. botteghe equo-solidali, mercati locali …)
  • impegnarsi a ridurre gli sprechi, l’impronta ecologica dei propri consumi e di quelli energetici della “Casetta”, rispettare le aree verdi e fare la raccolta differenziata dei rifiuti
  • essere disponibili a prestare ore di volontariato nei servizi della Caritas, in occasione di eventi e incontri di sensibilizzazione 
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La Caritas di Saluzzo non si ferma!

By New, News

Il Coronavirus non ferma la Caritas di Saluzzo che ha riorganizzato i suoi servizi a favore delle persone che si trovano in condizioni di grande fragilità. Vite che l’emergenza sanitaria ha ulteriormente stravolto: per chi non ha una casa, un lavoro, reti famigliari o amicali di supporto, l’emergenza diventa ulteriore motivo di disagio ed emarginazione. 

Continua dunque l’impegno dei tanti volontari coordinati dal Direttore Don Giuseppe Dalmasso. Dal Centro di Ascolto, ai giovani del Presidio “Saluzzo Migrante”, dall’accoglienza nelle strutture diocesane come Casa Madre Teresa e la Casa di Pronta Accoglienza, i volontari continuano a mettersi a disposizione per dare aiuto, ascolto, rispondere alle richieste di persone e famiglie in difficoltà nel territorio saluzzese. 

Una decisione in linea con la lettera inviata da Caritas Italiana a tutte le Caritas del Paese nella quale si invita a non fermare i servizi: «Se la dimensione della Parola, quella dei Sacramenti e quella comunitaria subiscono inevitabili limitazioni, non può invece venire meno la dimensione della Carità. Pur con tutte le cautele del caso – si legge nella lettera – e con la prudenza necessaria, proseguono senza esporsi ed esporre altri a inutili rischi, è chiaro che non possono venir meno i servizi essenziali a favore dei poveri, quali le mense, gli empori, i dormitori, i centri di ascolto, ecc. che le Caritas a livello diocesano e parrocchiale assicurano quotidianamente. Neppure possono essere trascurati i “nuovi” bisognosi di oggi e, inevitabilmente, di domani, e anche chi viveva già situazioni di difficoltà e vede peggiorare la propria condizione: gli anziani spesso soli con le loro paure, le famiglie che si devono far carico dei figli che non possono frequentare le scuole, i lavoratori lasciati a casa con preoccupanti prospettive per il futuro, i rifugiati, i detenuti, gli ammalati (anche di altre malattie)». 

Ecco come si sono organizzati i servizi della Caritas di Saluzzo : 

  • La novità principale riguarda l’Emporio di piazza Vineis che riprende la sua attività con una formula diversa: la consegna dei viveri sarà effettuata di fronte alla porta, nel cortile dell’Emporio, il venerdì mattina dalle 9 alle 12. In caso di necessità, sarà possibile ricevere aiuto direttamente a casa, in particolare per le persone anziane. 

É sufficiente avere la tessera dell’Emporio e chiamare il numero di cell. 334 1197296 per organizzare la consegna a domicilio. 

Proprio pensando a loro, la Caritas ha attivato un servizio di consegna chiamato “Corrieri della Carità”. Grazie ad un gruppo di giovani (volontari e operatori) è stato organizzato un servizio di consegna a domicilio delle borse viveri per affiancare i volontari “storici” che in queste settimane devono sospendere il loro servizio nel rispetto delle normative vigenti. 

  • il Centro di Ascolto è aperto 1 volta a settimana, il mercoledì dalle 9 alle 11, in via Maghelona 7 11. La Caritas invita a telefonare al numero 0175.42739 per valutare la necessità di un appuntamento o di un intervento domiciliare da parte dei volontari. L’accesso al Centro di Ascolto sarà possibile per una persona alla volta. 

Il Direttore Don Dalmasso: «Chiamate il Centro d’Ascolto anche solo per un momento di confronto telefonico, per parlare insieme». 

  • Presidio “Saluzzo Migrante” in corso Piemonte 59 è aperto una volta a settimana il mercoledì dalle 17:30 alle 19. Il numero è sempre attivo 24 ore su 24 (cell. 334 1197296). Anche in questo servizio l’ingresso viene consentito ad una persona alla volta, per rispettare la distanza di sicurezza prevista, viene presa la temperatura a distanza prima dell’ingresso e all’occorrenza utilizzati i dispositivi di sicurezza Gli operatori sono a disposizione per accogliere le necessità dei migranti e per dare consigli, indicazioni e materiali informativi (tradotti in diverse lingue straniere) utili a spiegare la situazione, le misure di prevenzione richieste dal Governo. 
  • L’Associazione Papa Giovanni xxiii tiene aperta la Casa di Pronta Accoglienza in corso Piemonte 63 fornendo agli ospiti attualmente presenti in Casa una particolare assistenza, anche diurna, e dando indicazioni precise sulle disposizione in vigore. Ad oggi, infatti, questa struttura ospita persone che si trovano in situazioni di grave necessità, 

Anche la Mensa della Casa di Pronta Accoglienza continua a rimanere aperta, cambiando semplicemente la modalità di distribuzione, con la consegna dei pasti in apposite borse a chi ne fa richiesta all’orario del pranzo. 

  • Casa Madre Teresa, il nuovo servizio inaugurato appena 2 settimane fa, è operativo al piano terra dove sono accolte 12 persone, seguite quotidianamente dal giovane custode e dagli operatori del Presidio “Saluzzo Migrante” con la presenza del referente del progetto. Gli ospiti sono stati informati tramite colloqui individuali circa la situazione, le previsioni dei decreti e la necessità di informare immediatamente in caso di comparsa dei sintomi: ogni tre giorni viene misurata la temperatura a distanza e verificato il rispetto delle previsioni. E’ stata inoltre adibita una stanza per l’eventuale isolamento, in caso di eventuale comparsa di sintomi in una delle persone accolte. E’ prevista inoltre la sanificazione dei locali una volta alla settimana. Anche la vita in questa “casa prima della casa” procede con attenzione e rispetto per le nuove regole. Al secondo piano prosegue l’accoglienza di una famiglia di 5 persone con 3 bambini che stanno trascorrendo nell’appartamento questo periodo senza scuola, affiancati dalla mamma e dai volontari. 
  • Anche l’Ambulatorio Isi (centro di assistenza medica per immigrati irregolari, previsto per legge) alle “Corti” è aperto il giovedì pomeriggio, con un triage prima dell’ingresso. 
  • Prosegue inoltre l’impegno delle Caritas Vicariali e Parrocchiali grazie all’instancabile attività dei volontari che donano il loro tempo e la loro presenza, anche nei casi in cui il servizio opera attraverso il contatto telefonico delle persone in difficoltà. 

Sono invece sospesi i corsi di italiano per stranieri ed il ritiro di abiti e mobili usati. La distribuzione degli abiti è gestita direttamente dal Centro di Ascolto per casi di particolare necessità. 

Un segnale forte da parte della Caritas di Saluzzo, pronta a testimoniare la volontà di operatori e volontari di proseguire, pur nel rispetto delle misure precauzionali e delle normative vigenti, la propria azione di ascolto e sostegno nei confronti di chi ha bisogno. L’invito per tutti è di mettersi, il più possibile, in contatto telefonico prima di presentarsi nei servizi, per limitare tutti gli spostamenti. 

L’azione della Caritas è quella di affiancarsi alle Istituzioni, ai Servizi Sociali e a tutte le organizzazioni che in questi giorni intervengono con professionalità e dedizione per la Comunità. 

A questo proposito il Direttore Don Dalmasso ha inviato un suo ringraziamento a volontari e operatori: «Carissimi, in questo momento particolare voglio comunicarvi la mia gratitudine per il vostro impegno. La Caritas, come ci invita a fare il Direttore di Caritas Italiana don Francesco Soddu, non si ferma, continua la sua opera verso chi oggi è più in difficoltà. Ogni servizio, ogni progetto deve però adottare le attenzioni e le indicazioni previste dal Governo. Continuiamo il nostro impegno, con fede e speranza». 

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Entra nella Casetta!

By New, News

 Vuoi fare un’esperienza di coabitazione, condivisione e servizio con altri giovani? Stai cercando casa, ma non hai la possibilità di vivere per conto tuo? Vuoi unire l’abitare e il partecipare … con qualche ora di volontariato?

 Candidati a entrare nella “Casetta”: il Cohousing sociale della Caritas di Saluzzo

 CHI STIAMO CERCANDO

2 INQUILINI ANNUALI almeno sino a dicembre 2020
Giovani donne e uomini, tra i 20 e i 35 anni, residenti o meno nel Saluzzese. Studenti, lavoratori o disoccupati.
A ognuno è richiesto un impegno di servizio volontario nella Caritas di Saluzzo, a seconda della disponibilità del singolo

Il progetto, partito ad aprile del 2019, vede attualmente 5 inquilini: per saperne di più leggi il loro resoconto nella #Live10_2019

DOVE

Il Cohousing Sociale si trova nella struttura dell’ex casello ferroviario a Saluzzo, in via Savigliano 30.

L’edificio ha due piani: al piano inferiore si trovano la cucina, un bagno e una stanza che può avere un uso polivalente (co-working, eventi con altri giovani, ospitalità); al piano superiore ci sono due stanze da letto e un bagno.

La “Casetta” ha un cortile d’entrata, mentre sul retro ci sono un giardino e un orto. Non è presente un impianto di teleriscaldamento, ma una stufa. Non è presente la linea telefonica o internet. 

 COME

Si richiede una breve lettera di presentazione e motivazionale, che includa informazioni su eventuali impegni di studio o lavoro, con i propri recapiti per essere ricontattati.
Per candidarsi scrivere a: info@caritassaluzzo.it 

E L’AFFITTO???

A carico degli inquilini ci sarà un rimborso spese, simile ad un affitto calmierato in base alle proprie disponibilità. 

I VALORI DELLA “CASETTA”

Agli inquilini, il co-housing sociale propone di:

  • creare e condividere momenti di quotidiani di convivialità
  • progettare insieme attività nelle aree esterne (giardino, orto, allestimento spazi…)
  • progettare e realizzare momenti (eventi, attività) aperti alla cittadinanza e agli altri giovani
  • impegnarsi ad acquistare prodotti etici, tramite l’adesione al Gruppo di Acquisto solidale di Saluzzo oppure prodotti da filiera
    corta e preferibilmente evitando la grande distribuzione organizzata (es. botteghe equo-solidali, mercati locali …)
  • impegnarsi a ridurre gli sprechi, l’impronta ecologica dei propri consumi e di quelli energetici della “Casetta”, rispettare le aree verdi e fare la raccolta differenziata dei rifiuti
  • essere disponibili a prestare ore di volontariato nei servizi della Caritas, in occasione di eventi e incontri di sensibilizzazione 
Maggio 13, 2022 in News, Volontari

Nuova stagione: appello ai volontari

Una nuova stagione di raccolta della frutta inizia nel Saluzzese e la Caritas diocesana torna a lanciare una richiesta di supporto nella gestione dei servizi di accoglienza a favore dei …
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La Caritas diocesana di Saluzzo cerca 2 tirocinanti (ambo sessi, tra i 20 e i 30 anni) per un’esperienza di formazione e inserimento nell’ambito delle attività di contrasto alle condizioni…
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Aprile 11, 2022 in News

Processo Momo: commento alla sentenza

La Caritas Diocesana di Saluzzo, prima con il progetto Presidio di Caritas Italiana poi insieme alla Fondazione San Martino con il progetto SIPLA Centro Nord di Consorzio Communitas e Arci,…
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Marzo 22, 2022 in News

Comuntà è casa con il progetto Ubuntu

A partire dal mese di giugno del 2021 (fino a novembre del 2022)  la Caritas di Saluzzo ha dato il via alle azioni operative del progetto "Ubuntu" promosso dal Comune…
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I PRIMI SEI MESI DEL COHOUSING DI CARITAS

By News

Ha raggiunto i primi sei mesi di sperimentazione il cohousing giovanile della Caritas di Saluzzo avviato ad aprile nell’ex casello ferroviario in via Savigliano 30. La “Casetta”, così com’è stato ribattezzato dagli inquilini,  ha aperto le porte ad un progetto nato per offrire ad un gruppo di giovani l’opportunità di vivere un’esperienza di convivenza, condivisione e partecipazione, attraverso il volontariato, ai servizi della Caritas.             
Si è trattato di un modo nuovo di concepire l’abitare, che mette al centro l’esigenza di trovare soluzioni abitative per giovani con limitate disponibilità economiche, ma desiderosi di autonomia e allo stesso tempo di costruire percorsi di sensibilizzazione al dono, alla carità, alla reciprocità, aperti al territorio.

A novembre la “Casetta” ospita cinque giovani (tre ragazzi e due ragazze), dei quali alcuni sono diventati coinquilini già dal primo mese di avvio del progetto. Li abbiamo incontrati per capire come abbiano vissuto questi mesi, affrontando una convivenza accompagnata da attività di volontariato, eventi progettati da loro, incontri con realtà del territorio. Un bilancio dei primi sei mesi e cosa si aspettano di realizzare in futuro.

Sono trascorsi i primi sei mesi, come state vivendo questa esperienza di convivenza?

Maria Cristina: “Sono stati sei mesi molto belli e intensi. Questo luogo, un ex casello ferroviario, è per sua natura un punto di passaggio: in questi mesi siamo stati capaci di aprirlo alla comunità, coinvolgendo persone che forse non avrebbero mai incontrato la realtà della Caritas. Abbiamo fatto da tramite per portare al di fuori della casa tematiche che ci stanno a cuore. Dal punto di vista della convivenza non è scontato compattarsi e riuscire prendere la forma di una “famiglia”, ridimensionando in maniera equilibrata il nostro quotidiano. Fin dall’inizio ci siamo molto aiutati per confrontarci e unificare le nostre vite. Adesso, secondo me, abbiamo preso una bella piega ed è sicuramente molto utile perché ci permette di accogliere meglio persone nuove. L’impegno è tanto, ma anche ciò che ci ritorna. Sono sicura che, quando termineremo la nostra esperienza, rimarremo stupiti pensando a cosa abbiamo vissuto.”

Enrico: “L’obiettivo del progetto, quando siamo arrivati, era costruire. La casa c’era, ma bisognava in qualche modo costruire gli abitanti, l’elemento più presente nelle nostre giornate. L’espressione più bella, secondo me è stata proprio questa: il traffico di persone, idee, progetti che ha lasciato tanto. Arrivi a coinvolgere così tanto di te in una realtà come questa, che ti senti parte della casa.”

Michela: “Se penso al tempo passato da quando siamo entrati, sono molto contenta e se tornassi indietro rifarei questa scelta. Ero consapevoleche mi sarei trovata di fronte ad un impegno, ma non pensavo di arrivare a stravolgere in positivo così tanti aspetti della mia quotidianità. È un impegno non indifferente, ma al tempo stesso mi è servito molto sia fare volontariato sia le persone che abbiamo incontrato in questo percorso. L’estate è stata molto bella e ricca, mi è piaciuto vivere questo via vai di coinquilini che, anche se solo per poco tempo, hanno saputo trasmettere qualcosa di loro. Tutto questo ha reso la “Casetta” un punto di incontro di opinioni e persone.”

Per molti di voi era, probabilmente, la prima esperienza di convivenza al di fuori della famiglia. Al di là degli aspetti positivi, ci sono state criticità?

Maria Cristina: “Tutti noi siamo impegnanti in molte attività, abbiamo una vita al di fuori di questo luogo, che si intreccia con altre realtà e progetti. In un contesto com questo è stato un aspetto un po’ critico  perché spesso rendeva difficile riuscire a trovare anche solo per passare del tempo insieme.”

Enrico: “Nonostante all’università vivessi con persone che conoscevo da tempo, spesso erano meno strutturate. Entrando qui ho trovato meraviglie soprattutto a livello di persone e infrastrutture. Le eventuali criticità, a mio avviso, riguardano prettamente la convivenza, come accade in ogni contesto simile. Bere una birra tra di noi o vedere un film insieme spesso risultano difficili da organizzare perché dobbiamo coordinare tutti i nostri impegni.”

Michela: “Anche per me la criticità maggiore, forse davvero l’unica, è legata al tempo che riusciamo a passare insieme nel quotidiano. In sei mesi abbiamo capito anche molte cose che avevamo dato per scontate. Per me era la prima esperienza di convivenza e stare qui mi ha divertito molto, ma anche formato. È stata una sfida ed un modo per mettersi alla prova prendersi delle responsabilità in un gruppo. Secondo me, finora la nostra convivenza è stata agevolata dal fatto che siamo tutti più o meno della stessa età, con abitudini, culture e stili di vita simili.”

Sono stati mesi anche di progetti. Come vi siete sentiti a realizzare serate come quelle di “Nuovo Cinema Casetta”?

Maria Cristina: ” “Nuovo Cinema Casetta” è nato dal desiderio condiviso di far conoscere il mondo Caritas e parlare di argomenti che ci sono cari, specie legati al tema dell’immigrazione. A giugno abbiamo proiettato nel giardino il documentario “Di P.A.S.saggio” realizzato da Libera Piemonte sulla situazione dei braccianti saluzzesi. Nella realizzazione i compiti sono stati divisi in modi differente e vogliamo ringraziare Giacomo, che ha appena concluso la sua esperienza in “Casetta”, per l’enorme impegno che ha messo.            
Le persone sono arrivate e le parole non se ne sono andate. Pensiamo di essere riusciti nell’intento di aprire le porte di questa casa anche per donare qualcosa.”

Michela: “La capacità di far rete sul territorio è stata sicuramente la chiave degli eventi. Dopo la prima serata, con 50 persone nel nostro giardino, abbiamo capito che era necessario continuare. Oltre alla proiezione di documentari, è stato molto importante lasciare uno spazio per il confronto e le parole, per capire quanto il documentario avesse stimolato chi aveva deciso di partecipare. Per quanto riguarda l’organizzazione, inizialmente c’è stato un grande appoggio da più persone (ad esempio l’orto collettivo La Milpa). “Nuovo Cinema Casetta” è stato cinema, performance teatrali, talk, live painting, musica e scambio di idee.”

Enrico: “La spinta a realizzare queste serate che ci hanno dato dato Libera Piemonte e Libera Saluzzo è stata molto importante. “Nuove Cinema Casetta” ha proposto un nuovo tipo di coinvolgimento. Abbiamo invitato la gente perché volevamo dire e far vedere loro qualcosa: non sono mai stati momenti pesanti, ma di festa, in cui siamo riusciti a mostrare una casa e un giardino pieni di giovani il cui desiderio era di condividere pasti, tempo e la fatica che la costruzione di un’esperienza del genere comporta. Il bello è stato vedere tutto risuonare nel nostro giardino. L’essere riusciti a coinvolgere amici che mai avevano avuto contatti con Caritas per noi è stato estremamente importante: chi si è avvicinato ha saputo cogliere che avevamo qualcosa da dire e ci ha dato fiducia. Mi sono meravigliato nel vedere persone così attive, che reagivano ai nostri input.”

A chi vive nella “Casetta” è chiesto di fare anche volontariato in Caritas. Quanto è stato importante fare questo tipo di esperienza?

Enrico: “Il volontariato è un’esperienza che ho cercato. Avere questa possibilità così connessa al posto in cui adesso vivo è stato fondamentale perchè mi ha permesso di dire che ci sono tante cose che non funzionano a Saluzzo, ma al tempo stesso che c’è spazio anche per portare avanti un bel lavoro. Incontrare questa umanità attraverso il volontariato mi ha permesso di non essere scontato nella mia scelta. È stato un  passaggio importante e silenzioso di cui me ne rendo conto solo ora, a fine stagione, quando molti ragazzi tornano a salutarmi, mi chiamano per nome e mi dicono che stanno per partire. Questo mi ha fatto capire che ciò che ho fatto, in qualche modo è stato riconosciuto.”

Michela: “Prima di arrivare qui volevo fare volontariato in Caritas, poi per vari motivi mi sono tirata indietro. Vivere qui mi ha permesso di andare oltre il mio primo timore. Mi ha fato capire che un’esperienza del genere è importante, che potrà continuare in futuro anche se deciderò di non vivere più qui. In particolare  mi sono occupata principalmente della compilazione dei curriculum all’Infopoint. Mi è piaciuto perchè ho potuto entrare a contatto con le persone. Dovendo scrivere informazioni su chi avevo davanti mi ritrovavo a chiacchierare, arrivando ad essere completamente catapultata nella sua vita. Essere una volontaria è stata anche una forma di gratitudine nei confronti della Caritas che ci sta dando un’opportunità enorme.”

Maria Cristna: “Essendo di Alba l’unico motivo per cui sono arrivata qui, più di un anno fa, è il volontariato, quindi un aspetto molto forte per me. Ho trovato un gruppo di giovani che sa accogliere i volontari e li sa far entrare nella complessa realtà saluzzese che si adopera per gli stagionali. Per me il volontariato è stato anche parte della scelta di continuare vivere a Saluzzo. La “Casetta” inoltre è a pochi metri dal Foro Boario e per tutta l’estate ci siamo ritrovati a osservare l’arrivo di centinaia di persone ed anche ora che fa freddo basta affacciarsi per continuare a vedere tanti lavoratori stagionali che passano con le loro biciclette. Fare volontariato in questa città è anche una presa di coscienza forte, un non essere indifferenti ad una situazione che capita davanti ai nostri occhi.”

Maria Cristina, lo scorso anno hai visto nascere il progetto, come lo vedi nel futuro?

Maria Cristina: “La Caritas con questo progetto ha sicuramente aperto le porte ai giovani, saluzzesi e non. Il cohousing era partito come esperienza di coabitazione tra volontarie che venivano da fuori Saluzzo poi sono stati inclusi anche altri ragazzi ed ora assistiamo  ad un terzo livello di sviluppo ovvero l’apertura agli utenti, giovani che hanno manifestato la voglia di provare un’esperienza abitativa differente. Mi immagino che questo progetto, ad oggi è inserito nella piattaforma “Io abito social” della Compagnia di San Paolo, andrà avanti. In questi mesi ci siamo impegnati per creare un regolamento e una struttura abitativa che mi auguro possa aiutare anche chi vivrà qui nel futuro.”

Enrico e Michela, osservando la vostra esperienza, cosa vi aspettate in futuro di questa convivenza?

Enrico: “Quando ho sentito della nascita di questa iniziativa a Saluzzo non mi sembrava vero e tutt’ora non mi sembra vero che non ci sia continuamente qualcuno che bussa per diventare un inquilino. Il merito di questo progetto va alla Caritas che ha deciso di aprire queste porte. Noi abbiamo provato a costruire l’idea che ci debbano essere sempre dei progetti in divenire. Il cinema e gli eventi nel giardino mi auguro possano essere il nostro lascito, una traccia che chi verrà dopo potrà portare avanti. Abbiamo aperto una strada e mi piacerebbe che qualcun altro la segua.”

Michela: “Sono molto fiduciosa che questo progetto continui anche quando non ci sarà più nessuno di noi perchè si tratta di una grande ricchezza a Saluzzo. L’unica cosa che mi dispiace è che pochi giovani ne siano ancora al corrente. Partecipare agli eventi potrebbe essere già una grande un’opportunità per molti. Penso che noi abbiamo avuto un ruolo importante: l’obiettivo era creare la base di un progetto vissuto. Mi piace pensare che quanto abbiamo fatto possa essere in qualche modo recuperato da chi verrà. Ci sono molte cose che possono essere cambiate e migliorate, ma sono certa che la strada sarà tutta in discesa d’ora in poi.”

Vogliamo dedicare un ringraziamento speciale a Giacomo, Edoardo, Martina, Noemi, Egle e Maria Giulia che hanno contribuito a dar forma a questa esperienza vivendo insieme o prima di noi in questi mesi nella “Casetta” e offrendo il loro impegno per creare unione e condivisione.

[continua]

Maggio 13, 2022 in News, Volontari

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 CHI STIAMO CERCANDO

2 INQUILINI ANNUALI almeno sino a dicembre 2020
Giovani donne e uomini, tra i 20 e i 35 anni, residenti o meno nel Saluzzese. Studenti, lavoratori o disoccupati.
A ognuno è richiesto un impegno di servizio volontario nella Caritas di Saluzzo, a seconda della disponibilità del singolo

Il progetto, partito ad aprile del 2019, vede attualmente 5 inquilini: per saperne di più leggi il loro resoconto nella #Live10_2019

DOVE

Il Cohousing Sociale si trova nella struttura dell’ex casello ferroviario a Saluzzo, in via Savigliano 30.

L’edificio ha due piani: al piano inferiore si trovano la cucina, un bagno e una stanza che può avere un uso polivalente (co-working, eventi con altri giovani, ospitalità); al piano superiore ci sono due stanze da letto e un bagno.

La “Casetta” ha un cortile d’entrata, mentre sul retro ci sono un giardino e un orto. Non è presente un impianto di teleriscaldamento, ma una stufa. Non è presente la linea telefonica o internet. 

QUANDO

Candidature entro il 30 novembre 2019.

Si richiede una breve lettera di presentazione e motivazionale, che includa informazioni su eventuali impegni di studio o lavoro, con i propri recapiti per essere ricontattati.

 COME

Per candidarsi scrivere a: info@saluzzomigrante.it. Per ulteriori informazioni: Andrea 328 216 7983

E L’AFFITTO???

A carico degli inquilini ci sarà un rimborso spese, simile ad un affitto calmierato in base alle proprie disponibilità. 

I VALORI DELLA “CASETTA”

Agli inquilini, il Cohousing sociale propone di:

  • creare e condividere momenti di quotidiani di convivialità
  • progettare insieme attività nelle aree esterne (giardino, orto, allestimento spazi…)
  • progettare e realizzare momenti (eventi, attività) aperti alla cittadinanza e agli altri giovani
  • impegnarsi ad acquistare prodotti etici, tramite l’adesione al Gruppo di Acquisto solidale di Saluzzo oppure prodotti da filiera
    corta e preferibilmente evitando la grande distribuzione organizzata (es. botteghe equosolidali, mercati locali …)
  • impegnarsi a ridurre gli sprechi, l’impronta ecologica dei propri consumi e di quelli energetici della “Casetta”, rispettare le aree verdi e fare la raccolta differenziata dei rifiuti
  • essere disponibili a prestare ore di volontariato nei servizi della Caritas, in occasione di eventi e incontri di sensibilizzazione 
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Live painting in Casetta

By

Il Nuovo Fest Cinema Casetta sta per giungere al termine: domani sera (venerdì 06) la Groove Sandwich family, con ospiti a sorpresa, creerà una magica atmosfera artistica.

Insieme ai suoni, il live painting di Valeria Cardetti costruirà un racconto visivo, narrando della città, delle persone, dei migranti.

Per il gusto, invece, ci penserà Lorenzo Barra con il tris di polpette dei prodotti di Cresco.

Vi aspettiamo, CON ACCESSO AD INVITO (posti limitati) dalle ore 19.

In caso di temporali, l’evento sarà annullato.

Presentazione Cohousing Sociale

By

Martedì 02 aprile alle ore 12 a Saluzzo nell’ex casello di Saluzzo in via Savigliano 30 la Caritas diocesana, attraverso il presidio Saluzzo Migrante, terrà una conferenza stampa di presentazione del nuovo progetto di Cohousing Sociale.

Questa iniziativa propone l’avvio di una coabitazione tra 9 giovani per promuovere la cultura del dono e della carità, lavorando alla progettazione di soluzioni abitative temporanee, anche gratuite.

L’obiettivo del Cohousing Sociale è quello di proporre soluzioni innovative, solidali e sostenibili al tema
dell’abitare, che abbia come mission l’incontro e la condivisione attraverso due matrici principali:
l’abitare insieme non vissuto come una mera condivisione di spazi e lo svolgere un servizio di
volontariato presso uno dei diversi progetti collegati alla Caritas di Saluzzo.

La conferenza stampa si terrà presso l’ex casello ferroviario di Saluzzo dove è stata allestita la struttura che ospiterà i giovani coinvolti nel progetto dei Cohousing Sociale.  

Per informazioni:

info@saluzzomigrante.it

Entra nella Casetta!

By News

 Vuoi fare un’esperienza di coabitazione, condivisione e servizio con altri giovani?
Stai cercando casa, ma non hai la possibilità di vivere per conto tuo?
Vuoi unire l’abitare e il partecipare … con qualche ora di volontariato?

 Candidati a entrare nella “Casetta”: il Cohousing sociale della Caritas di Saluzzo

 CHI STIAMO CERCANDO

INQUILINI ANNUALI almeno sino a dicembre 2019
Giovani donne e uomini, tra i 20 e i 35 anni, residenti o meno nel Saluzzese
Studenti, lavoratori o disoccupati.
A ognuno è richiesto un impegno di servizio volontario nella Caritas di Saluzzo, a seconda della disponibilità del singolo

DOVE

Il Cohousing Sociale si trova nella struttura dell’ex casello ferroviario a Saluzzo, in via Savigliano 30.

L’edificio ha due piani: al piano inferiore si trovano la cucina, un bagno e una stanza che può avere un uso polivalente (co-working, eventi con altri giovani, ospitalità); al piano superiore ci sono due stanze da letto e un bagno.

La “Casetta” ha un cortile d’entrata, mentre sul retro ci sono un giardino e un orto. Non è presente un impianto di teleriscaldamento, ma una stufa. Non è presente la linea telefonica o internet. 

QUANDO

Le candidature vanno presentate entro il 15 Aprile 2019.

Cerchiamo 2 persone da subito, un’altra da maggio per restare fino a dicembre (residenti annuali). Successivamente saranno disponibili altri 4 posti per inquilini temporanei per l’estate e l’autunno.

 COME

Per candidarsi scrivere a: info@saluzzomigrante.it

Per ulteriori informazioni: Andrea 328 216 7983

E L’AFFITTO???

A carico degli inquilini ci sarà un rimborso spese, simile ad un affitto calmierato in base alle proprie disponibilità. 

I VALORI DELLA “CASETTA”

Agli inquilini, il Cohousing sociale propone di:

  • creare e condividere momenti di quotidiani di convivialità
  • progettare insieme attività nelle aree esterne (giardino, orto, allestimento spazi…)
  • progettare e realizzare momenti (eventi, attività) aperti alla cittadinanza e agli altri giovani
  • impegnarsi ad acquistare prodotti etici, tramite l’adesione al Gruppo di Acquisto solidale di Saluzzo oppure prodotti da filiera
    corta e preferibilmente evitando la grande distribuzione organizzata (es. botteghe equosolidali, mercati locali …)
  • impegnarsi a ridurre gli sprechi, l’impronta ecologica dei propri consumi e di quelli energetici della “Casetta”, rispettare le aree verdi e fare la raccolta differenziata dei rifiuti
  • essere disponibili a prestare ore di volontariato nei servizi della Caritas, in occasione di eventi e incontri di sensibilizzazione 
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Nasce il Cohousing Sociale

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Martedì 2 aprile con una conferenza stampa all’ex casello ferroviario di Saluzzo, in via Savigliano 30, la Caritas Diocesana ha lanciato il nuovo progetto di Cohousing sociale .

La “Casetta”, come è stata ribattezzata la struttura e come si chiama il progetto stesso, nasce dalla volontà della Caritas saluzzese di proporre un esperimento di coabitazione solidale tra giovani tra i 20 e i 35 anni, per promuovere la cultura del dono e della carità.

Si tratta di una soluzione abitativa temporanea, pensata per ospitare nove giovani dopo la sperimentazione avviata tra maggio e dicembre del 2018 quando la Diocesi ha messo a disposizione un appartamento per accogliere i volontari in servizio nell’ambito del progetto “Saluzzo Migrante”.

L’esito positivo di questa esperienza, ha spinto la Caritas a progettare e proporre un modello abitativo basato sulla condivisione e sulla collaborazione fra giovani. A carico degli inquilini ci sarà una sorta di rimborso spese simile ad un affitto calmierato, mentre le utenze saranno in capo alla Caritas. 

La struttura della “Casetta” è composta da due piani: cucina, bagno e una stanza multiuso si trovano al piano inferiore mentre quello superiore è occupato da due stanze da letto e un bagno. Il Cohousing sociale è anche dotato di spazi verdi: un cortile all’entrata, un giardino sul retro. 

Dopo la presentazione, ora si cercano i primi inquilini: giovani tra i 20 e i 35 anni, residenti o meno nel Saluzzese, studenti, lavoratori o disoccupati che diano disponibilità a prestare alcune ore di servizio volontario ogni settimana, in base al regolamento del progetto.

Uno dei posti nella “Casetta” sarà riservato agli utenti già seguiti della Caritas, ad esempio giovani con necessità urgenti di abitazione.

“L’obiettivo del progetto –  ha spiegato Andrea Garassino, referente dell’Area Giovani e Volontariato della Caritas di Saluzzo – è quello di promuovere la nascita di una piccola comunità basata su valori come la solidarietà, l’uguaglianza, l’accoglienza e la partecipazione. Il Cohousing sociale vuole creare una convivenza all’insegna del rispetto, della condivisione, del confronto continuo e non-violento, con attenzione ai temi della sostenibilità, dell’impatto zero e della riduzione dell’impronta ecologica. Vogliamo innanzitutto dare ai giovani la possibilità di essere autonomi, di crescere e fare un’esperienza che potenzi le loro capacità organizzative e di relazione, oltre a facilitare l’accoglienza e l’inserimento in Caritas di nuovi volontari.”

“Infine – ha aggiunto Garassino – non dimentichiamo che il Cohousing sociale avrà un posto riservato agli utenti della Caritas per favorire l’integrazione tra giovani residenti e persone prese in carico dalla Caritas presenti sul territorio, garantendo una situazione abitativa protetta, immediata e temporanea”. 

PER INFORMAZIONI E PER CANDIDARSI A INQUILINI  (entro lunedì 15 Aprile): info@saluzzomigrante.it

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Cerchiamo 2 tirocinanti

La Caritas diocesana di Saluzzo cerca 2 tirocinanti (ambo sessi, tra i 20 e i 30 anni) per un’esperienza di formazione e inserimento nell’ambito delle attività di contrasto alle condizioni…
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