Il volontario e il maestro
testo e foto di Andrea Fenoglio
Il volontario e il maestro
testo e foto di Andrea Fenoglio
Alla fine del 2016 a Monterosso (piccolo paese di una vallata cuneese) sono arrivati 30 richiedenti asilo. Di fronte alla struttura dove sono alloggiati i migranti c’è la scuola elementare di Valle. Il 14 ottobre 2016 20 bambini non sono stati mandati a scuola dai genitori in segno di protesta…
Da quel momento il paese si è spaccato tra “pro” e “contro”. Davide Arneodo, insieme ad altri, è intervenuto a favore dell’arrivo dei richiedenti asilo. Dice che l’uso dei bambini è stato fortissimo, anche lui ha una bambina che tra un anno frequenterà quella stessa scuola, si è sentito in dovere di intervenire perché pensa che l’accoglienza sia la carta migliore da giocare, “non accogliere sarebbe molto peggio e aumenterebbe l’instabilità sociale, dobbiamo farcene una ragione e prepararci a una società diversa, multietnica. Se non per i migranti, facciamolo per noi!”.
E poi, a pensarci bene, nello stesso comune di Monterosso sono residenti il 25% di persone di origine straniera, è una trasformazione radicale che sta generando nuove comunità. Il discorso di Arneodo è che occorre farsi trovare pronti al cambiamento, affrontarlo, averci a che fare, non respingerlo. Chiudere gli occhi e illudersi di vivere in un’isola protetta non può dare una prospettiva migliore, anzi, è un meccanismo che alla fine logora e indebolisce le comunità “autoctone”.
Davide fa selvicoltura e manutenzione del territorio, d’inverno si occupa anche dello sgombero della neve su strade comunali e private. Intervenire a favore dell’arrivo dei migranti lo ha esposto a tal punto che un giorno un suo vicino è arrivato a dirgli che non avrebbe più ammesso che i loro figli giocassero assieme. Di nuovo i bambini di mezzo, Arneodo dice che è fondamentale non essere soli in questa lotta e fare massa critica. Lui e altri compaesani stanno organizzando gruppi di volontari in appoggio alla cooperativa che ha preso l’appalto per ospitare i 30 migranti, c’è chi si occupa della scolarizzazione e chi organizza partite di calcio.
Diego Deidda insegna nella scuola elementare di Monterosso. Dice che tra i 20 bambini che non sono stati mandati a scuola per protesta, 2 sono di origine Nigeriana. La Scuola, pur comprendendo le paure dei genitori, non ha mai interferito sulle decisioni del prefetto. I giorni in cui il comitato contrario all’arrivo dei migranti ha installato un presidio di fronte alla scuola, sono stati tosti. Uno dei figli di chi aveva messo su il comitato disse un giorno al maestro che il presidio era stato montato in realtà per accogliere i migranti.
Deidda ragiona su come la visione di quel bambino sia indicativa per capire la positività di uno che ha 8 anni. Troppo spesso gli adulti si illudono di dover solo insegnare e si dimenticano invece di imparare dall’atteggiamento dei loro bambini.
La nuova scuola di Valle è nata nel 2011 per dare al territorio una formazione al passo con i tempi e ora quello che propone la scuola di Monterosso è all’avanguardia. La struttura ha un bassissimo costo energetico, gli spazi sono pensati in funzione della “didattica digitale”, le classi hanno un numero di bambini adeguato.
La solitudine della vecchia lavagna con i gessetti utilizzata dalla maestra per appenderci la giacca.
Diego dice che, a pochi anni dall’apertura, oltre ai bambini della vallata, iniziano ad arrivare anche allievi dalla cintura di Cuneo, segno di una proposta formativa di qualità. Forse la differenza più rilevante è l’approccio cooperativo dei bambini che imparano per prove e errori. Con il passaggio alla cultura digitale assistiamo a una trasformazione dell’insegnamento da verticale a orizzontale, l’importanza dell’insegnante passa attraverso la capacità multidisciplinare di sapere indirizzare l’allievo con spirito creativo, verso un apprendimento continuo che coinvolge lo stesso insegnante.
Se la scuola di cui parla Diego Deidda riuscirà a far crescere una società orizzontale, collaborativa, cooperativa, saremo in grado di creare comunità coese capaci di affrontare le problematiche aprendosi al futuro senza rinserrarsi in un presente senza prospettive.
Oggi siamo molto distanti da un traguardo così ambizioso, ma quando si entra in una scuola come questa ci si rende conto che vale la pena provarci!
Leggi anche la prima parte di questa storia: Monterosso #01
Scarica il PDF di presentazione della Scuola di Valle di Monterosso Grana: CLICCA QUI