Il Sindaco

testo e foto di Andrea Fenoglio

Dalla fine degli anni ’70 Dino Matteodo ha ricoperto molte cariche amministrative in Val Varaita (provincia di Cuneo). Dal 1988 al 2016 è sempre stato sindaco o vice-sindaco di Frassino, un piccolo paese a metà vallata. Un politico autorevole del territorio e ben voluto dai compaesani.

Nelle ultime elezioni ha deciso di non presentarsi più. Forse avrebbe smesso in ogni caso ma, nel 2015, a Frassino è successo qualcosa che lo ha segnato, umanamente e politicamente.

Ci sono delle persone con le quali ci trovavamo a prendere qualcosa al bar con cui ora non mi vedo più.

Degli imprenditori del paese avevano l’intenzione di mettere a posto un locale storico della valle, L’albero fiorito, per poter ospitare dei richiedenti asilo. Dopo averne parlato attentamente, Matteodo decise di appoggiare l’azione degli imprenditori che si erano dotati di un’associazione ONLUS, garantendo in questo modo i servizi per i richiedenti asilo.

L’allora sindaco pensava che ne potesse nascere qualcosa di positivo anche per la sua comunità.

Durante la chiacchierata Matteodo ha cucinato un piatto di spaghetti aglio, olio e peperoncino.

L’azienda degli imprenditori produce pasta fresca, le Ravioles, gnocchi di patate affusolati.

Il 10 ottobre 2015 uno dei due imprenditori (sono due fratelli), ne parlò al bar con un amico che immediatamente gli dichiarò guerra per farlo desistere dalla sua azione.

Da quel momento gli eventi scapparono di mano un po’ a tutti e la comunità si spaccò, alimentando vecchie ferite che non avevano nulla a che fare con l’arrivo dei rifugiati.

Matteodo e la sua spaccalegna automatica. 

Nacquero paure ingiustificate, una madre confessò a Matteodo di temere nel mandare sua figlia al pullman delle 7 di mattina.

In paese si sparse la voce dell’arrivo di 100 rifugiati, quando in realtà si sarebbe trattato di 10 o 15 persone al massimo.

“Per arricchirvi ci portate la merda nel paese!” disse un giorno un uomo ai due imprenditori.

Uno dei due fratelli confessò a Matteodo che l’aria si era fatta pesante intorno alla sua famiglia, di temere ritorsioni imprevedibili. Così gli imprenditori si ritirarono e all’Albero fiorito non si fece più nulla.

Ne rimase un paese diviso.

Nel frattempo il sindaco che avrebbe dovuto succedere a Matteodo ha perso le elezioni, la storia dei rifugiati è stata determinante.

“Ci sono delle persone con le quali ci trovavamo a prendere qualcosa al bar con cui ora non mi vedo più” dice Matteodo.

Chissà quanto tempo dovrà ancora passare prima che si possano rimarginare le ferite di uno scontro senza vincitori.

Glossario

Richiedenti asilo e Rifugiati: Lo SPRAR è il Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati. Il sito web rinnovato è molto interessante e risponde a molte delle domande confuse che ci stiamo facendo in questi anni: www.sprar.it

Molto interessante per noi anche la parte di storytelling Buone Storie & Buone Prassi.

Sulla Home del sito viene ricordato l’articolo 10 della Costituzione: “Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge”.

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