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Autoctoni

Vite Sottocosto – 2° Rapporto Presidio

By Autoctoni, News

Lunedì 26 novembre è stato presentato a Roma il 2° Rapporto del progetto Presidio di Caritas Italiana dal titolo “Vite sottocosto” e lanciato il terzo biennio del progetto Presidio: Presidio 3.0

Il progetto Presidio è stato ideato da Caritas Italiana con l’obiettivo di garantire strutture permanenti di ascolto, orientamento e tutela dei lavoratori vittime di sfruttamento lavorativo. Aperto nel 2014 sui territori italiani maggiormente coinvolti dal fenomeno ha lavorato anche per stimolare le istituzioni a strutturare politiche di intervento sostenibili ed efficaci.
Oggi la Caritas di Saluzzo è una delle 13 caritas diocesane  dove è stato riconfermato il progetto anche per tutto il 2019.

Il 2° Rapporto “Vite sottocosto” è un manuale universitario, curato dall’Università di Urbino; raccoglie dati, storie, analisi dell’attuale legislazione e approfondisce il lavoro di alcuni Presidi, tra cui quello di Saluzzo.  Si evidenziano le principali problematiche delle filiera agricola con un’attenzione specifica ai lavarotari:  “sono stati 4.954, di 47 nazionalità differenti, i lavoratori incontrati nei 4 anni del Progetto Presidio (…). Il 60% non possiede un contratto di lavoro. Il 71% viene retribuito a giornata, il 9% a cottimo, il 10% ad ore“.

Durante la presentazione del  Rapporto, Oliviero Forti (responsabile per le politiche migratorie e la protezione internazionale di Caritas Italiana) ha ribadito: “Il nostro impegno sarà di girare l’Italia, girare le nostre comunità, lavorare con le istituzioni, con il privato sociale e il profit per cercare insieme, in maniera sinergica, delle risposte che possano essere realmente risolutive per l’esistenza di queste persone che vivono nei ghetti in condizioni drammatiche. Quelle realtà devono essere conosciute nelle parrocchie, nelle scuole, per ripartire dalla cultura dei diritti umani e dalla legalità”.

Qui il link all’intervista a Oliviero Forti (fonte AgenSIR):
Presidio 3.0. Intervista a Forti (Caritas): “lavorare insieme contro lo sfruttamento”

Link al comunicato stampa della Caritas Italiana:
Comunicato Stampa Caritas Italiana

Alleghiamo in questo articolo un estratto del 2° Rapporto (pp. 112-130), riguardante il Presidio Caritas di Saluzzo, intitolato “I migranti a Saluzzo”.

E’ possibile leggerlo e scaricarlo a questo link: “Vite Sottocosto“.

Maggio 13, 2022 in News, Volontari

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Storia Yusupha migranti saluzzo migrante progetto presidio caritas saluzzo italiana

La storia di Yusupha

By Autoctoni, News

Ogni anno la nostra équipe e i nostri volontari ascoltano centinaia di storie di migranti africani arrivati nel Saluzzese per la raccolta stagionale della frutta. Storie che ci restituiscono l’importanza del supporto offerto dai nostri servizi a chi, come Yusupha, è in cerca di un futuro migliore dopo aver superato così tante difficoltà.

27 anni, originario del Gambia, Yusupha ha raccontato la sua storia a Stefano, tirocinante di Saluzzo Migrante mentre si trovava in Caritas per ottenere qualche capo di abbigliamento dalla nostra “Boutiqué du Monde”. Ad ottobre Yusupha viveva al dormitorio PAS e stava ancora lavorando nelle campagne saluzzesi. Quando finirà il suo contratto, ci ha raccontato, tornerà a Perugia.

LA PRIGIONE IN GAMBIA

Yusupha ci racconta che in Gambia è andato a scuola arrivando al college dove ha studiato informatica, management ed economia. Poi per cinque anni ha lavorato in un albergo a 5 stelle come receptionist e addetto al back office. La struttura era frequentata soprattutto da europei e la polizia gambiana cercava con insistenza informazioni e testimonianze da parte del personale riguardo la presunta presenza di omosessuali. Yusupha è stato incarcerato per 20 mesi finché suo zio non ha pagato una cauzione per farlo rilasciare in libertà vigilata. Ogni giorno doveva andare a firmare alla stazione di polizia. La madre, preoccupata, ha insistito affinché lasciasse il Paese così nel 2013 è emigrato in Senegal. Il quale collaborava con il governo gambiano, rintracciando chi era ricercato e facilitandone l’estradizione. Per questo motivo prima è andato in Angola poi in Libia dove è rimasto 4 mesi fino allo scoppio della guerra.

DALLA LIBIA AL BARCONE PER L’ITALIA

In Libia Yusupha ha lavorato ed è stata la sua datrice di lavoro a proporgli di andare in Italia. Lui però aveva paura a causa dei tanti naufragi nel Mediterraneo. La signora però lo ha rassicurato, garantendogli “che la barca era condotta da amici affidabili ed era una barca speciale”.
Yusupha non poteva pagare il viaggio perché inviava alla madre tutto ciò che guadagnava. Racconta che è stata la signora stessa a pagargli il viaggio per l’Italia dove nel 2015 è arrivato a Salerno. Qui ha trovato ospitalità tramite alcuni ragazzi arabi che gli hanno consigliato di rivolgersi alla polizia per chiedere asilo.

In Questura Yusupha ha spiegato il suo percorso e i mediatori lo hanno inserito in un progetto di accoglienza gestito da un’associazione di Perugia. Per un anno e mezzo è stato seguito da questa associazione, ha studiato italiano poi ha frequentato un corso di termoidraulica. Dopo uno stage di due mesi è stato assunto per tre mesi, poi il contratto gli è stato rinnovato anche per la stagione successiva. La ditta però gli ha chiesto di sospendere il lavoro per tre mesi prima di rinnovare il contratto. Per questo motivo Yusupha ha deciso di venire a Saluzzo con l’intenzione di tornare a Perugia in ottobre per riprendere il lavoro nella ditta.

L’ITALIA SECONDO YUSUPHA

Yusupha racconta di aver conosciuto il nostro Paese già in Gambia grazie ai “tanti ristoranti tipici”. Il suo sogno era però quello di emigrare in Inghilterra o negli Stati Uniti dove, per via della lingua, avrebbe potuto proseguire i suoi studi. Ora però sogna di accumulare ulteriore esperienza nel settore della termoidraulica, ma anche di laurearsi in economia o informatica. Racconta che gli piacerebbe tornare in Gambia, un giorno, per insegnare ai suoi connazionali.

In Italia dice di aver conosciuto tante persone e che, come in ogni luogo, ci sono “quelle gentili, ma anche quelle scontrose, chiuse e razziste”. A Perugia dice di aver vissuto il periodo più bello da quando è in Italia perché nel condominio in cui viveva, molti contavano su di lui per piccoli lavoretti e ha fatto anche il volontario per il Comune.

“É naturale che ci siano dei razzisti ovunque si vada, anche in Gambia ci sono – dice Yusupha. É un razzismo diverso, etnico, ma c’è. Io però rispetto chiunque e se posso aiutare, aiuto”.

Secondo Yusupha Saluzzo è bella e ci sono tante persone gentili. Anche al lavoro dice di trovarsi bene, che il capo è bravo e dà ai suoi dipendenti cibo ed acqua tutti i giorni: “Non tutti i capi sono così” spiega Yusupha.

Maggio 13, 2022 in News, Volontari

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integrazione istruzione saluzzo migrante corridoi umanitari caritas saluzzo news

L’integrazione passa dall’istruzione

By Autoctoni, News

Il percorso di accompagnamento delle famiglie eritree, arrivate dall’Etiopia e accolte a Saluzzo grazie al progetto dei “Corridoi Umanitari” della CEI, si snoda attraverso tappe significative. Tra queste, la possibilità di studiare.

Alazar ha iniziato in questi giorni l’Università, mentre Abigayl, sua sorella, sta affrontando con cura ed entusiasmo la terza settimana di scuola superiore a Saluzzo. I professori volontari che l’hanno preparata durante tutta l’estate la sostengono nell’apprendimento delle materie per lei più difficili, come francese e psicologia.

Il piccolo Ayiman, è al primo giorno di asilo: il grembiule azzurro è immacolato e ha scoperto che le tasche possono contenere moltissime macchinine.

I genitori di entrambe le famiglie stanno per iniziare nuovamente la scuola di italiano promossa dal CPIA Cuneo-Saluzzo e i corsi di formazione professionale. Sono consapevoli che solo attraverso l’apprendimento della lingua italiana e di nuovi mestieri sarà possibile costruire un futuro autonomo e integrarsi nel tessuto sociale ed economico della città.

Questi nuovi inizi realizzano il sogno di genitori partiti da lontano per salvare i propri figli ancora in vita, per permettere loro di studiare, vivere in pace e organizzare il proprio futuro.

Come Caritas di Saluzzo auguriamo ad Alazar, Abigayil, Ayiman e a tutti gli studenti che sono tornati in classe un buon anno scolastico. Istruirsi non è un privilegio di pochi: è un diritto di tutti.

Un ringraziamento particolare va al Rotary di Saluzzo  (http://www.rotarysaluzzo.it) che ha sostenuto nel 2018 il progetto formativo dei giovani.

 

 

“Che sia l’ultima volta che un bambino o una bambina spendono la loro infanzia in una fabbrica.
Che sia l’ultima volta che una bambina è costretta a sposarsi.
Che sia l’ultima volta che un bambino innocente muore in guerra.
Che sia l’ultima volta che una classe resta vuota.
Che sia l’ultima volta che a una bambina viene detto che l’istruzione è un crimine, non un diritto.
Che sia l’ultima volta che un bambino non può andare a scuola.
Diamo inizio a questa fine. Che finisca con noi. Costruiamo un futuro migliore proprio qui, proprio ora.”

Malala Yousafzai

Maggio 13, 2022 in News, Volontari

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lavoro salute diritti saluzzo migrante caritas saluzzo migranti progetto presidio caritas italiana

Sportello sanitario – Ambulatorio Medico

By Autoctoni

La necessità di monitorare le condizioni sanitarie e offrire una prima assistenza medica è parsa evidente alla nostra Caritas fin dal primo anno in cui gli stagionali hanno dormito in luoghi senza servizi adeguati. Per questo motivo, è nato inizialmente un supporto informale di alcuni medici che operavano a bordo di un camper. Dal 2014, la nostra Caritas ha raccolto le istanze dei medici e ha definito una convenzione con l’ASL CN1 (tramite la Fondazione San Martino), che ha portato alla creazione di un Ambulatorio medico in cui dottori volontari, dotati di ricettario, possono garantire per la stagione di raccolta visite mediche di base a persone munite di tessera sanitaria valida, possono prescrivere farmaci o visite specialistiche.

La difficoltà di accesso alle cure e ai servizi sanitari per i braccianti agricoli, infatti, è una delle principali problematiche che incontrano. Gli stagionali, infatti, vivono per la maggior parte dell’anno lontani dai luoghi di residenza (quindi dalle Asl di competenza), spostandosi tra le campagne dal Nord al Sud Italia e viceversa, a seconda dei raccolti. Nei fatti, non viene loro garantita un’assistenza sanitaria adeguata: la guardia medica non sostituisce un medico di base, le visite specialistiche sono precluse, le priorità delle prescrizioni sanitarie non vengono garantite per gli assistiti da altre Asl, riuscire ad ottenere esenzioni è, nella pratica, impossibile. A tutto ciò si sommano le barriere linguistica che in molti casi rendono complesso perfino l’accesso al Pronto Soccorso, con personale di servizio non sempre preparato, anche nei casi in cui non sarebbe necessaria una mediazione culturale.

Lo Sportello di assistenza sanitaria, di cui l’Ambulatorio medico fa parte, è stato creato anche per orientare chi arriva fra i servizi sanitari e gli adempimenti amministrativi di una ASL diversa da quella di residenza. Per prima cosa, i braccianti incontrano difficoltà nell’ottenere il rinnovo della tessera sanitaria che, per le persone extracomunitarie, ha una data di scadenza che coincide con la durata del permesso di soggiorno. Ogni rinnovo, quindi, si trasforma in una scalata per i braccianti che cambiano frequentemente domicilio e per i quali è difficile ottenere residenze effettive. Nei casi necessari, lo Sportello attiva, di concerto con le indicazioni dei dottori, accompagnamenti sanitari e accoglienze presso la struttura di accoglienza Casa Madre Teresa.

Lavoro , salute, diritti. Vai alla Live6 (link)

Assistenza sanitaria anche ai primi ospiti di Casa Madre Teresa (link)

Maggio 13, 2022 in News, Volontari

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WeAr Saluzzo Migrante. Ecco le nuove magliette di Saluzzo Migrante

By Autoctoni, News

Sono pronte le nuove magliette di Saluzzo Migrante!

WeAr Saluzzo Migrante: indossare le nostre magliette significa restare umani e condividere e promuovere la cultura dell’accoglienza, del rispetto e dell’inclusione nel nostro Paese”

Le t-shirt sono state serigrafate a mano in Caritas insieme da Valeria Cardetti, illustratrice ed esperta in serigrafia.

Abbiamo deciso di acquistarle tramite Continental Clothing che le fa produrre da EarthPositive, garantendo così un tessuto 100% in cotone biologico, con certificazione etica e un’emissione di anidride carbonica ridotta del 90%

Su questo tessuto etico, morbido e fresco sono state stampate due tipi di grafiche:
la classica visual della bicicletta, logo del nostro progetto e, nuova, una grafica che rappresenta l’incontro tra l’Africa e il Monviso. Sul retro sono invece riportati il logo di Saluzzo Migrante e della Caritas Diocesana di Saluzzo.

Potete vedere tutti i modelli nelle foto, nello specifico:

  • VERDE: con bicicletta verde chiaro o con il Monviso giallo;
  • BORDEAUX: con bicicletta gialla o con il Monviso azzurro;
  • BIANCA: con bicicletta in azzurro o con il Monviso blu scuro.

Sono disponibili le taglie S, M e L.

Le magliette non hanno un  prezzo, si può dare un’ offerta a partire da €10!

Potete scegliere la vostra t-shirt il mercoledì e il venerdì dalle 17 alle 19.30 presso il nostro Infopoint di corso Piemonte 59 a Saluzzo.

!!! Ne abbiamo stampate circa 150 perciò se non volete perdere l’occasione, prenotate subito la vostra preferita scrivendo a caritas@saluzzomigrante.it indicando nella mail nome e cognome, taglia, colore e modello (bicicletta o Africa-Monviso).

Maggio 13, 2022 in News, Volontari

Nuova stagione: appello ai volontari

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5 mesi corridoi umanitari saluzzo migrante caritas quintino sella monviso

5 mesi di cammino. 5 mesi di comunità

By Autoctoni, News

27 febbraio 2018 – 27 luglio 2018: 5 mesi insieme alla famiglia Solomon arrivata dall’Eritrea a Saluzzo grazie ai corridoi umanitari.

Il loro percorso verso l’integrazione passa anche attraverso i sentieri di montagna. I figli Alazar e Abigayl, alcuni insegnanti e giovani volontari mercoledì 1 agosto hanno raggiunto il rifugio Quintino Sella, all’ombra del Monviso.

In questi mesi si è camminato insieme, passo dopo passo, nella costruzione di quel processo complesso che è l’integrazione: l’accoglienza come strumento di autonomia e inserimento sociale, l’educazione all’intercultura come risorsa per il territorio e le comunità locali, la condivisione di valori e la riscoperta di diritti.

Quando si cammina in montagna, nessuno resta solo. La borraccia è piena di acqua per sé e per gli altri. Il camminatore più debole è in mezzo al gruppo, si va al passo del più lento. Il camminatore più esperto mostra la via, guida con cura e silenzio.

Al ritorno, nessuna traccia del passaggio rimane sulla montagna. Resta il vissuto di un’esperienza di comunità che è dialogo, scoperta di sé e degli altri, pienezza di vita.

Lungo la strada Alex e Aby non riescono a sgomberare la mente da ciò che è stato il loro passato, raccontano e fanno domande. Nei loro occhi c’è anche, sempre, un po’ di nostalgia, la voglia di tornare, un giorno, nella loro splendida terra: l’Eritrea. I loro genitori intanto li aspettano a casa, a Saluzzo, curando l’orto. Controllano l’albero di pere, nel giardino, raccontando quanto è succoso un avocado, quando si raccolgono i manghi, come far seccare le spezie.

Andare in montagna comporta la fatica della salita: ogni passo è sacrificio e bellezza, impegno, tenacia. Si conquista la vetta con la sola forza delle proprie gambe e dell’incoraggiamento dei compagni di cammino.

Ancora non può sapere dove ci porterà questo “viaggio condiviso di accoglienza”: cinque mesi sono già passati.

Oggi si brinda con l’acqua del Po che Alex e Aby hanno preso alla sorgente, al Pian del Re.

Grazie agli insegnanti, che ogni settimana dedicano ore all’insegnamento della lingua italiana, alla preparazione di Abigayl per la quarta superiore e di Alazar per il test di scienze infermieristiche.

Grazie a Silvia e a chi segue le necessità sanitarie della famiglia. Grazie a Bruno, a Maurizio, al loro vicino di casa saluzzese per la pazienza degli insegnamenti sull’orto e le mani sporche di terra.

Grazie alle signore che condividono le ricette con la loro mamma eritrea. Grazie a chi ha portato un vestito, un libro, un saluto, un consiglio. Grazie alla città di Saluzzo, alle nostre piccole comunità, a Caritas Italiana.

Per chi volesse gustare un caffè eritreo: scriveteci a caritas@saluzzomigrante.it !

Maggio 13, 2022 in News, Volontari

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Copertina Casa Madre Teresa Saluzzo Migrante Caritas 2018

Casa Madre Teresa: un luogo di cura e protezione

By Autoctoni, News

Si chiama Casa Madre Teresa di Calcutta il progetto di accoglienza, partito un anno fa a Saluzzo, che sarà inaugurato sabato 28 luglio alle 11 in via Sant’Agostino 27, alla presenza del Vescovo Monsignor Cristiano Bodo che ha fortemente sostenuto l’iniziativa, dedicandola alla suora simbolo dell’impegno per gli ultimi.

La struttura, realizzata al pian terreno dell’Ex-IAL (Istituto Addestramento Lavoratori) adiacente al cortile del Seminario, offrirà 24 posti letto suddivisi in due camerate, destinati non solo ai migranti che ogni anno arrivano in zona per cercare lavoro nella raccolta della frutta, ma a tutte le persone in situazioni di grave vulnerabilità.

L’obiettivo è intervenire con urgenza per dare una risposta immediata sia alle precarie condizioni abitative dei migranti non residenti sul territorio, ma anche a categorie particolarmente fragili come i minori, i malati, le vittime di sfruttamento lavorativo, della tratta o persone colpite da gravi reati.

Casa Madre Teresa nasce quindi come progetto di sostegno che possa evitare l’aggravarsi di condizioni precarie, intervenendo in un’ottica protettiva, attivando così una presa in carico a 360° della persona.

La struttura, realizzata in locali concessi dal Seminario vescovile, oltre ai 24 posti letto, comprende uno spazio comune allestito con un’area cucina/refettorio e una lavanderia, uno spazio di convivialità, socialità e cura. Qui gli ospiti potranno trovare un luogo pensato per dare dignità, dove dovranno provvedere essi stessi alle pulizie e alla preparazione dei pasti.

Un progetto importante per i giovani di Saluzzo Migrante, che si affianca al quotidiano lavoro di supporto e informazione con l’Infopoint.

Da sottolineare che Casa Madre Teresa offrirà un luogo temporaneo di accoglienza, limitato ad alcuni giorni o settimane, che non si vuole sostituire al Pas (il dormitorio creato dal Comune di Saluzzo e dalla Regione nell’ex caserma Filippi), né all’accoglienza diffusa o alle sistemazioni fornite dalla Coldiretti. Casa Madre Teresa sarà rivolta a coloro che vivono una problematica di alta vulnerabilità. Gli ospiti potranno essere segnalati dal Progetto Presidio della Caritas di Saluzzo o dallo sportello medico in corso Piemonte 63, ma anche dall’ospedale o dal Consorzio socio-assistenziale Monviso Solidale.

Casa Madre Teresa sarà custodita 24 ore al giorno per servizi di emergenza anche notturni, inoltre ogni martedì pomeriggio i giovani di Saluzzo Migrante contribuiranno alle pulizie insieme agli ospiti, mentre una cooperativa di Fossano si occuperà del cambio della biancheria.

Cura e protezione sono le parole chiave di questo nuovo luogo, che nasce per creare nuove autonomie. Casa Madre Teresa è fatta di “muri” non per dividere, ma per creare comunità.

[fotografia di copertina di Pietro Battisti]

Maggio 13, 2022 in News, Volontari

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Copertina articolo PAS Saluzzo Migrante Caritas Saluzzo

Il PAS, il Comune di Saluzzo e la Caritas

By Autoctoni, News

La stagione è cominciata con una novità, il PAS – Prima Accoglienza Stagionali.

Un progetto presentato dal Comune di Saluzzo, dalla Regione Piemonte e da altre realtà del territorio per offrire ai migranti stagionali un dormitorio nel periodo di lavoro, o di ricerca del lavoro, nel saluzzese.

Il progetto nasce dalla volontà di superare l’accampamento informale che occupava l’area del foro boario, restituendo dignità a questi uomini.

Gli operatori e i volontari della Caritas non gestiscono il PAS, ma entrano per incontrare gli ospiti e per confrontarsi con gli operatori del dormitorio, nello sforzo comune di migliorare le condizioni abitative e la sicurezza delle persone che, negli anni passati, affollavano accampamenti informali e pericolosi.

Si affianca al dormitorio il progetto di Accoglienza Diffusa Coltiviamo Solidarietà, gestito dalla Caritas in collaborazione con i Comuni di Saluzzo, Costigliole, Lagnasco e Verzuolo, per i lavoratori con contratti medio-lunghi.

“Aprire una porta, montare dei letti, incontrare i migranti oggi è un atto di coraggio, di impegno che va oltre la normale amministrazione dei problemi di una città” sottolinea Monsignor Bodo, Vescovo di Saluzzo.

Il Direttore della Caritas Don Beppe Dalmasso spiega dopo aver visitato il PAS: “Arrivare al Foro Boario oggi, dopo 9 anni che incontriamo persone accampate a terra nelle baracche o nelle nostre tende, inizia ad essere diverso: si vede l’impegno dell’ Amministrazione Comunale per provare a cambiare la situazione abitativa delle persone che arrivano sul nostro territorio”.

In queste settimane, dopo la presentazione ufficiale del PAS avvenuta sabato 9 giugno, l’iniziativa è stata raccontata in TV e sui giornali, vi segnaliamo alcuni link per approfondire la situazione:

Ulteriori approfondimenti nella nostra rassegna stampa.

 

( Foto di Francesco Doglio tratte da La Stampa del 9 giugno )

 

Maggio 13, 2022 in News, Volontari

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PIER Helen Caritas Cooperativa Armonia Associaizone Penelope Inserimento lavorativo Tapparelli Saluzzo

PIER – La storia di Helen

By Autoctoni, News

Il progetto PIER (Protection, Integration and Education for Refugees) è una rete progettuale internazionale, composta da Caritas Italiana, Caritas Austria e l’ONG greca Fondazione ARSIS, che hanno definito interventi comuni con l’obiettivo di incontrare, sostenere e accompagnare migranti e richiedenti asilo in un processo di integrazione attraverso: accompagnamento socio-psicologico, scolarizzazione e, in particolare, inserimento lavorativo.

Helen è una delle beneficiarie di questo progetto, ragazza nigeriana di 25 anni, arrivata a Saluzzo nel luglio 2016  è ospitata nel Centro di Accoglienza Straordinario (CAS) della Cooperativa Armonia. In questo CAS vengono organizzate molteplici attività, in collaborazione con l’associazione Penelope, come corsi di cucito, cucina, di italiano, ecc…

Helen prima di arrivare in Italia viveva a Benin City, una delle principali città della Nigeria in cui il fenomeno della prostituzione e della tratta delle donne è di rilevante importanza. Per fortuna Helen ha avuto un destino diverso, ha avuto l’opportunità di studiare infermieristica  e lavorava all’interno di una struttura ospedaliera.

Riprendendo gli ultimi anni che Helen ha vissuto in Nigeria, la referente del progetto Elisa Dalmasso ha provato ed è riuscita ad inserirla in qualcosa che per lei era familiare, infatti dal 1 febbraio 2018, per un periodo di sei mesi, lavorerà con una borsa lavoro all’interno della Residenza Tapparelli d’Azeglio di Saluzzo, una struttura polivalente in grado di ospitare fino a 177 persone autosufficienti e non, per la maggior parte anziani.

Il suo lavoro consiste nell’offrire supporto alle operatrici socio sanitarie dell’Istituto alla preparazione e distribuzione dei pasti, lava piatti e stoviglie, aiuta nella pulizia e preparazione delle camere. Le sue colleghe sono molto felici di lei, dicono che sia gentile, disponibile e sempre sorridente.

E’ presente nella struttura dal lunedì al venerdì, per circa 5 ore al giorno, e si sposta da casa a lavoro, e viceversa, con i bus o con i suoi colleghi. Durante la settimana segue anche un corso di italiano presso la Cooperativa Armonia, tre incontri da circa un’ora e mezza.

Nei prossimi mesi vi racconteremo altre 3 storie che riguardano rifugiati che grazie al progetto PIER hanno iniziato un’esperienza lavorativa a Saluzzo.

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Terra solchi di verità e giustizia libera piemonte saluzzo cuneo saluzzo migrante 21 marzo 2018 corteo migranti diritti legalità libera

Preparativi per il 21 marzo

By Autoctoni, News

Per la giornata del 21 marzo 2018 gli operatori di Saluzzo Migrante hanno realizzato, attraverso una serie di laboratori insieme ai ragazzi delle scuole superiori che hanno aderito al percorso formativo organizzato da Libera Saluzzo, 4 installazioni che avranno il compito di “raccontare” la situazione dei migranti stagionali che vivono al Foro Boario.

Le istallazioni, divise in postazioni, saranno allestiste dalle 8.45  di mercoledì 21 marzo nell’area del Foro Boario.

Il Foro Boario di Saluzzo è stato scelto come luogo di partenza del corteo di Libera perché rappresenta il punto di arrivo dei migranti, perché interroga sulle sfide dell’accoglienza, per far conoscere le condizioni in cui vivono centinaia di migranti che raccolgono la frutta della nostre campagne.
Le installazioni hanno lo scopo di raccontare un frammento della vita delle persone che “abitano” da maggio a novembre al Foro Boario: le 4 postazioni creano un percorso lungo tutto il viale del Foro Boario e permettono a chi arriverà a Saluzzo da tutto il Piemonte di prendere coscienza dei principali aspetti che caratterizzano questo luogo: la vita dei migranti, la loro provenienza, le baracche dove vivono, le distanze dai luoghi di lavoro, la durezza delle condizioni lavorative.

Inoltre non mancheranno le biciclette, uno dei “simbolo” di queste persone che si spostano sul territorio per decine di kilometri.

Gli operatori della Caritas parteciperanno al corteo con lo striscione del progetto Presidio di Caritas Italiana e nel pomeriggio Alessandro Armando e Virginia Sabbatini parteciperanno al seminario Accogliere oggi: situazione e sfide per la dignità universale, dove interverranno anche il Consigliere Regionale ed ex Sindaco di Saluzzo Paolo Allemano e il Deputato della Repubblica e relatore sulla Legge sul caporalato Davide Mattiello.
Premi questi link per tutte le informazioni sul 21 marzo a Saluzzo con Terra, solchi di verità e giustizia.

www.liberapiemonte.it
www.saluzzomigrante.it

 

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